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Caso Marrazzo: chiuse le indagini, in otto a processo per ricatto e omicidio

Si sono appena conclude le indagini della procura di Roma sullo scandalo Piero Marrazzo, ex-governatore della Regione Lazio sorpreso con un trans da una finta retata di carabinieri, che lo filmarono e ricattarono. Sono in otto a rischiare il rinvio a giudizio.
A cura di Alessio Viscardi
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Si sono appena conclude le indagini della procura di Roma sullo scandalo Piero Marrazzo, ex-governatore della Regione Lazio sorpreso con un trans da una finta retata di carabinieri, che lo filmarono e ricattarono. Quando la notizia divenne di dominio pubblico, Marrazzo si dimise dal suo incarico e scomparve dalla scena politica. Gli otto indagati per aver messo in atto il ricatto sono accusati anche dell'omicidio del pusher Gianguarino Cafasso, che avrebbe fornito cocaina per i festini privati di Marrazzo con alcuni trans romani. Con la conclusione delle indagini, sono in otto a rischiare il rinvio a giudizio. Si tratta dei quattro carabinieri che effettuarono l'irruzione, tre spacciatori e la trans Josè Alexander Vidal Silva (meglio conosciuta come Natali) sorpresa con l'allora governatore nel luglio del 2009. Lo scandalo Marrazzo è stato definito il precursore del caso Ruby che sta mettendo in subbuglio il centrodestra. Recentemente, Marrazzo è stato nuovamente fermato in auto con un viado.

Il procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, e il sostituto Rodolfo Sabelli hanno depositato gli atti e notificato gli avvisi di chiusura delle indagini per associazione per delinquere, omicidio volontario aggravato, concussione, violazione della legge sulla droga, perquisizioni illegali, rapina, favoreggiamento. Saranno probabilmente rinviati a giudizio i carabinieri Nicola Testini, Luciano Simeone e Carlo Ragliente, assieme a Antonio Tamburrino, altro militare che tentò di rivendere il video girato durante l'irruzione a giornali e televisioni al fine di ricattare il governatore.

Con la minaccia di divulgare il video, i carabinieri – secondo quanto scritto nel capo di imputazione – avrebbero costretto Piero Marrazzo a cosegnare loro tre assegni dal valore complessivo di 20 mila euro. Inoltre, avrebbero rapinato l'ex-governatore di 5 mila euro in contanti. Infine, si sarebbero impossessati in modo illecito della cocaina rinvenuta nella casa del trans e filmata nel video.

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