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Canova e Klimt, antico Egitto e arte contemporanea: cinque mostre imperdibili a gennaio

Da Torino a Roma a Napoli: il mese di gennaio è più che mai vario per l’arte, dal Romanticismo alla pittura fiamminga fino ad arrivare allo splendore dell’antico Egitto e al sentimento del contemporaneo.
A cura di Federica D'Alfonso
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Amore e psiche, Antonio Canova
Amore e psiche, Antonio Canova

Il 2017 appena iniziato porta con sé una lunga serie di appuntamenti con l'arte: continuano le grandi esposizioni iniziate a novembre e dicembre, ma tante altre nuove sono cominciate. A Venezia le seduzioni di Giuditta affascinano il pubblico, mentre l'Egitto degli antichi faraoni sbarca a Roma: e poi ancora, Romanticismo, pittura fiamminga, e un bellissimo percorso nell'arte contemporanea, stavolta a Napoli. Ecco cinque fra le mostre imperdibili a gennaio.

Le seduzioni di Giuditta, a Venezia

Gustav Klimt, Giuditta II
Gustav Klimt, Giuditta II

La mostra “Attorno a Klimt. Giuditta, eroismo e seduzione” ha già incantato il pubblico: inaugurata il 14 dicembre, resterà fino al 5 marzo presso il Centro Culturale Candiani di Mestre. Il progetto espositivo, fortemente voluto dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, ha come obiettivo quello di portare all’attenzione del pubblico l’immenso patrimonio artistico custodito dalla città di Venezia. E quale miglior modo per farlo se non dare voce ad un mito affascinante come quello di Giuditta.

Il fulcro dell’esposizione è rappresentato dal capolavoro di Gustav Klimt "Giuditta II": è intorno a questa icona del XX secolo, conservata nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, che il percorso espositivo prende forma, tra l’antico e il contemporaneo. Dalla fortuna che il mito di Giuditta ebbe fra Cinque e Seicento, passando per il Simbolismo fino ad arrivare all’interpretazione del mito che il padre della psicanalisi, Sigmund Freud, diede nel 1917 con “Il tabù della verginità”: non soltanto dipinti, ma anche contributi multimediali e fotografie delle più belle dive del secolo scorso, ripercorreranno la forza e la sensualità di un personaggio che ancora oggi possiede una carica erotica senza precedenti.

Nel cuore dell'Egitto, a Roma

Tipica tomba a màstaba
Tipica tomba a màstaba

L’antico Egitto arriva a Roma. Più precisamente, nel Museo Scultura Antica Giovanni Barracco, con un’esposizione dal titolo “All’ombra delle piramidi”, che fino al 28 maggio 2017 ricostruirà, in scala 1:1, la magnifica cappella funeraria del dignitario Nefer, vissuto in Egitto ai tempi della IV Dinastia. Soprintendente di tutti gli scribi del re, soprintendente dei magazzini delle provviste e della “casa delle armi”, Nefer ebbe l’onore di essere sepolto in una màstaba del cimitero reale ai piedi della grande piramide di Cheope: oggi, questo splendido monumento funerario rivive nel cuore di Roma, in una riproduzione fedelissima fin nei minimi dettagli. Un’occasione imperdibile per trovarsi nel cuore dell’Egitto antico con il suo fascino e le sue atmosfere senza tempo.

Le Sette stagioni dello Spirito, a Napoli

Logo Museo MADRE, Napoli
Logo Museo MADRE, Napoli

Un appuntamento imperdibile con l’arte contemporanea, quello proposto dal museo MADRE di Napoli. Un appuntamento di rilievo, il primo per il pubblico italiano, con Gian Maria Tosatti e la sua arte a cavallo fra Napoli e Stati Uniti. In particolare a Napoli, Tosatti ha per la prima volta usato l’intera città come spazio espositivo: il progetto “Sette Stagioni dello Spirito” portato avanti dal 2013 al 2016, ha ripercorso idealmente il racconto de “Il Castello Interiore” di Santa Teresa d’Avila, suddividendo la città in sette ideali “mondi”, ognuno dedicato ad un tema. Peste, miracolo, estate: ogni spazio ha aperto una riflessione sul rapporto fra arte e comunità, ridefinito proprio attraverso l’arte stessa di Tosatti.

L’esposizione aperta dal 17 dicembre fino al 20 marzo 2017 al MADRE ripercorre questo straordinario lavoro, restituendo uno sguardo unico e suggestivo su una città intera, città che grazie a Tosatti si è trasformata in un vero e proprio museo a cielo aperto.

Dal Romanticismo al divisionismo a Brescia

Andrea Appiani, Venere allaccia il cinto a Giunone
Andrea Appiani, Venere allaccia il cinto a Giunone

Il 21 gennaio 2017 il Palazzo Martinengo di Brescia aprirà le porte ad un’esposizione dedicata interamente alla pittura italiana dell’Ottocento. Tanti grandi protagonisti, fra cui i massimi esponenti del neoclassicismo, del romanticismo, della scapigliatura, dei macchiaioli e del divisionismo, per un percorso all’insegna della magnifica arte del XIX secolo.

Oltre cento i capolavori, giunti dai musei di tutta la penisola: ad aprire l’esposizione sarà “Amore e Psiche” di Canova, grande simbolo dell’estetica neoclassica, insieme ad alcuni grandi nomi della pittura come Andrea Appiani, che con la sua bellissima tela “Venere che allaccia il cinto a Giunone” si conquistò il favore di Napoleone Bonaparte. “Da Hayez a Boldini. Anime e volti della pittura italiana dell’Ottocento”, che resterà aperta fino all’11 giugno, porta a Brescia anche importanti nomi del romanticismo come appunto Francesco Hayez, con la “Maria Stuarda sale al patibolo”, Giacomo Trecourt e Giuseppe Carnovali, per poi lasciare il posto alla grande stagione della Scapigliatura. Macchiaioli e divisionisti chiuderanno la splendida mostra, con un nome che spicca fra tutti: Giovanni Boldini. Suoi, il “Ritratto della baronessa Malvina-Marie Vitta” e il magnifico “Ritratto della principessa Radziwill”.

Bruegel e l’arte fiamminga, a Torino

Pieter Bruegel il Vecchio, Grande torre di Babele
Pieter Bruegel il Vecchio, Grande torre di Babele

Il 21 settembre l’arte fiamminga è arrivata a Torino. Più precisamente alla Venaria Reale, con una mostra dedicata ai suoi maestri indiscussi, Pieter, Jan e Abrham Breugel. Fino al 19 febbraio 2017 le Sale delle Arti ospiteranno la storia dell'opera di cinque generazioni di artisti protagoniste tra il XVI e il XVII secolo dell'età dell'oro della pittura fiamminga: dai capolavori del famoso capostipite Pieter Bruegel il Vecchio, alle nature morte dei suoi discendenti, la mostra “Bruegel. Capolavori dell’arte fiamminga” torna a riproporsi dopo una fortunatissima tappa a Bologna, che ha registrato un’importante successo di pubblico.

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