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Block Bce, a Napoli si prepara la protesta per l’arrivo del direttivo Bce

Gli attivisti Block Bce stanno organizzando una protesta per il 2 ottobre contro i membri del consiglio direttivo della Bce che saranno a Napoli.
A cura di Antonio Palma
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Il 2 ottobre Napoli ospiterà i membri del consiglio direttivo della Banca centrale europea e i centri sociali già stanno preparando la protesta. “Assediamoli” è il messaggio lanciato in rete dagli attivisti che hanno creato anche una pagina Facebook per organizzare quella che viene definita la "Quinta Giornata" di Napoli. La pagina si chiama Block Bce e tra le immagini simbolo presenta un pulcinella che spezza le catene mosse dai banchieri europei. Con un’assemblea collettiva gli attivisti  Block Bce hanno deciso come muoversi per “l’accoglienza alla Bce”, invitando tutti a partecipare “all’assedio” e rivolgendo a Draghi e a tutti “i governatori delle banche centrali europee” un sonoro “Jatevenne!!”. Numerose sono le iniziative mese in campo, ma la più importante resta il corteo del 2 ottobre per l'accoglienza ai banchieri della Bce.

Gli attivisti invitano tutti a partecipare a Block Bce

“E’ evidente che la scelta di Napoli non cade casualmente. Una città simbolo della disoccupazione, del lavoro nero, della precarietà per significare l’attenzione dei signori dell’euro ai tanti sud dell’Unione Europea. Sud che invece, come rivelano tutti gli indicatori economici, hanno subito più di altri l’effetto del loro governo della crisi, approfondendo il divario dei redditi e dell’occupazione fino a precipitare in una situazione sociale drammatica” sostengono gli attivisti, aggiungendo: “Non possiamo accettare anche l’umiliazione dell'etica della colpa, le prescrizioni e le buone intenzioni e tutta la retorica da subalterni che sicuramente ci vorranno propinare, mentre in realtà ci vedono come aree a salari, redditi e cittadinanza differenziale". Gli organizzatori invitano quindi tutti a partecipare il 2 ottobre “per manifestare una proposta alternativa nel segno di una ribellione transnazionale che parli il linguaggio della solidarietà sociale, della lotta allo sfruttamento, alla precarietà e all'emarginazione, di eguaglianza sociale, del diritto al reddito per tutti e tutte, del contrasto alla militarizzazione delle frontiere e ai venti di guerra che la UE sta già portando ai suoi confini, dall'Afghanistan all'Ucraina e in Medio Oriente".

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