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Berlusconi in tv: “Votare ora sarebbe contro il Paese”

Silvio Berlusconi interviene da Belpietro per spiegare la sua versione della situazione che sta vivendo il Paese. Nega l’esistenza di un patto segreto con Bossi per andare alle elezioni anticipate perché “il Paese ha bisogno di stabilità”.
A cura di Susanna Picone
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silvio berlusconi intervento da maurizio belpietro

Ci risiamo. Sebbene in questi giorni si parli continuamente della crisi della maggioranza italiana, divisa come non mai e di un Governo portato avanti arrancando in maniera visibile a tutti, ecco apparire il premier Silvio Berlusconi che, con i suoi soliti modi sicuri e l'ottimismo che gli appartiene, riesce a tranquillizzare sempre i suoi fedelissimi.

È di stamane la sua ultima “dichiarazione” rilasciata a Maurizio Belpietro nel corso della rubrica televisiva “La telefonata” nel programma Mattino cinque di Canale 5. Interviene per difendersi ancora una volta da quelle che definisce le “invenzioni dei giornali che sempre più spesso capovolgono la realtà” e per informare, direttamente con la sua voce, i cittadini della situazione politica italiana.

La telefonata di Berlusconi a Belpietro

Berlusconi si appresta subito a smentire le voci di un patto segreto con la Lega di Umberto Bossi per andare al voto nel 2012 ma riconosce nel Senatùr il solito “fedele alleato” che la pensa come lui riguardo le sorti del Paese. Parla anche di “sogni dell’opposizione” rispetto alle varie notizie rimbalzate sui giornali negli ultimi tempi.

L’Italia ha, come non mai, bisogno di stabilità e andare ad elezioni anticipate sarebbe come andare contro gli interessi del Paese. Inoltre, secondo Berlusconi, non esiste un’alternativa politica credibile per prendere in considerazione questa eventualità. Alla domanda di Belpietro sul discorso del “Governo di larghe intese”, Berlusconi smentisce anche questa ipotesi non definendo la sua proposta propriamente in questi termini perché “un Governo di larghe intese porterebbe alla paralisi politica”, il suo appello è, invece, per un senso di responsabilità dell’opposizione che “dovrebbe portare, per l’interesse del Paese, ad approvare le misure adottate a Bruxelles, invece di chiedere le dimissioni”.

Alla necessaria domanda sui sindacati e i licenziamenti facili Berlusconi ha parlato della volontà di incentivare le assunzioni piuttosto che i licenziamenti e, ha detto di più, di essersi ispirati a un ddl di un senatore dell’opposizione, Pietro Inchino.

Fa anche un riferimento alla questione relativa a Bini Smaghi: “Il problema è che qualcuno possa pensare di comportarsi contro gli interessi del proprio Paese, causando in questi modi spiacevoli incidenti con un paese amico”, spera perciò il premier di poter confidare “nel senso dello Stato” dell’economista.

Tra i tanti temi affrontati c'è tempo anche per una battuta sulle voci di un cambiamento del nome del partito che, assicura scherzando Berlusconi, non si chiamerà “Forza Silvio” ma avrà bisogno di un nome commovente, emozionante e altamente comunicativo, perché sebbene il nome attuale contenga due parole bellissime, popolo e libertà, lo si menziona sempre con un acronimo, il o addirittura “la Pdl”, che finisce per far perdere tutta la bellezza del nome.

E infine Berlusconi conclude la sua telefonata tornando a ribadire il suo pensiero, cercando di sottolineare sempre più “ciò che davvero è importante” e che non va perso di vista:

L’importante in questo momento è mantenere salda la maggioranza di governo, è indispensabile con questa maggioranza realizzare in Parlamento le riforme necessarie per il benessere dell’Italia e per le quali ci siamo impegnati in Europa. Far cadere il Governo sarebbe un danno gravissimo per l’Italia e per gli italiani.

Berlusconi, nemmeno questa volta, sembra quindi voler fare il famoso “passo indietro” di cui parlano un po’ tutti.

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