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Xylella, la Corte di Giustizia UE condanna l’Italia: “Non ha evitato il contagio”

Secondo la Corte di Giustizia dell’Unione Europea l’Italia non ha rispettato le misure volte ad impedire la diffusione del batterio Xylella Fastidiosa, che può causare la morte di molte specie di piante, tra cui gli ulivi.
A cura di Davide Falcioni
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L’Italia non ha rispettato le misure volte ad impedire la diffusione del batterio Xylella Fastidiosa, che può causare la morte di molte specie di piante, tra cui gli ulivi. A stabilirlo la Corte di Giustizia dell'Unione Europea nella sentenza relativa alla causa che vede da una parte la Commissione Europea e dall'altra il nostro Paese. Il batterio, spiega la Corte, è stato individuato per la prima volta in Europa nel 2013, sugli ulivi pugliesi, ed è stato diffuso da un insetto, la sputacchina, che può spostarsi di 100 metri in una dozzina di giorni.

Nel 2015 la Commissione Europea impose misure volte ad eradicare il batterio, che prevedevano la rimozione degli alberi infetti e di quelli situati nel raggio di 100 metri di distanza da quelli contagiati. Le misure avrebbero dovuto essere applicate non solo nella zona infetta, ma anche in una zona ‘cuscinetto'. La Corte, nel 2016, aveva dichiarato la legalità delle misure. Nel 2016 la Xylella si era già diffusa da oltre due anni in alcune aree della Puglia e l'eradicazione non era più possibile, sicché la Commissione è passata a chiedere misure di contenimento del batterio, per impedire che si diffondesse.

L'esecutivo chiedeva, sostanzialmente, di monitorare il territorio interessato, di abbattere le sole piante infette in una fascia limitrofa alla zona cuscinetto, di 20 chilometri di larghezza, che attraversa le province di Taranto e Brindisi da est a ovest. La Commissione ha presentato l'anno scorso un ricorso per inadempimento alla Corte, ritenendo che il nostro paese non si fosse conformato alla richiesta di intervento immediato. Con la sentenza di oggi, i giudici di Lussemburgo dichiarano che l’Italia ha omesso di rispettare, alla scadenza del 14 settembre 2017, due degli obblighi previsti dalla decisione della Commissione.

In primis, non sono state rimosse "immediatamente" nella zona di contenimento, almeno le piante infette nella fascia di 20 chilometri dalla zona infetta, al confine con la zona cuscinetto. Al 14 settembre 2017, data limite imposta dalla Commissione, su 886 piante infette, 191 (il 22%) non erano ancora state rimosse dalla fascia larga 20 chilometri.

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