Webcam nei bagni delle case affittate a L’Aquila, 56enne vedeva tutto in diretta con l’app: chiesto l’arresto

Rischia l’arresto il 56enne imprenditore abruzzese denunciato nei giorni scorsi dopo la scoperta di decine di microcamere nascoste negli appartamenti che lui affittava in una palazzina alla periferia ovest de L’Aquila dove hanno alloggiato e quindi sono state spiate decine di persone, soprattutto nei bagni. Il sostituito procuratore Andrea Papalia, che coordina l’indagine condotta dalla polizia, infatti ha richiesto la custodia cautelare ai domiciliari sostenendo che l’uomo potrebbe compiere “indebite pressioni nei confronti delle persone offese che versano attualmente in uno stato d’ansia e di paura”.
Il riflesso anomalo nello specchio e la scoperta delle telecamere
L’incredibile vicenda era emersa nei giorni scorsi per caso quando una giovane inquilina aveva notato un riflesso anomalo mentre si guardava allo specchio del bagno. Poco dopo i timori sono diventati realtà quando ha scoperto che dietro quello specchio c’era una microtelecamera nascosta con trasmettitore wireless. La giovane, molto scossa per l’accaduto, si è recata subito in questura per denunciare il fatto alla Polizia di Stato che è intervenuta sul posto confermando la presenza della videocamera spia.
Dalle successive perquisizioni è arrivata la scoperta ancora più terribile: la videocamera non era un caso isolato ma l’intero stabile era riempito di microcamere nascoste in una sorte di enorme grande fratello all’insaputa degli affittuari. I controlli degli agenti infatti hanno rinvenuto nello stesso appartamento della ragazza altre web cam e analoghi dispositivi di spionaggio erano stati piazzati in tutti gli altri alloggi del condominio.
Sul cellulare dell’uomo l'app che gli permetteva vedere in diretta i video
Gli appartamenti erano tutti di proprietà di uno stesso uomo che è stato subito sottoposto a perquisizione informatica dalla quale sono emersi gravi indizi a suo carico. Sul cellulare dell’uomo, infatti, gli investigatori hanno trovato un’applicazione che gli permetteva di vedere in diretta i video delle telecamere installate nel bagno della ragazza e gli altri dispositivi installati nei diversi alloggi.
Non solo, dai supporti informatici sono emersi anche migliaia di video e foto registrati dalle webcam che fanno sospettare un uso che va ben oltre quello personale e potrebbe aggravare la posizione dell’imprenditore. A insospettire gli indiretti il fatto che nell’auto e nel garage utilizzati dall’uomo sono stati rinvenuti circa 80mila euro in contanti, oltre ad altre telecamere ancora negli imballaggi e pronte per essere installate.
Il 56enne al momento resta indagato per il reato di interferenza illecita nella vita privata, ma i pm e la polizia indagano sulla possibile diffusione a scopo di lucro dei video. “Il reato è oggetto di approfondimento istruttorio ma che appare già configurabile a fronte del rinvenimento di un ingente somma di denaro contante nascosto nella macchina dell’indagato e del quale non ha saputo fornire alcuna lecita giustificazione della sua provenienza” spiega il pm.
L’uomo si difende dicendo che quei soldi sarebbero frutto dell’attività imprenditoriale e si dice pronto a chiare tutto al giudice. La decisione sull’arresto è attesa per martedì prossimo dopo l’interrogatorio del Gip.