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Violenza di gruppo a Palermo, l’ipotesi della vendita del filmato dello stupro online

Secondo gli inquirenti, il 22enne autore del video della violenza ai danni di una 19enne di Palermo avrebbe avuto intenzione di vendere il filmato online. Continuano le ricerche per trovare i dispositivi elettronici del branco dei 7 aggressori.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Il sospetto è che il 22enne di Palermo che la notte del 7 luglio ha violentato una 19enne insieme a 6 amici, di cui uno minorenne all'epoca dei fatti, volesse pubblicare i filmati dello stupro online per ricavarne somme in denaro. A suscitare il dubbio in chi indaga, alcuni messaggi nella chat dell'indagato che in questo momento si trova in carcere con l'accusa di aver filmato e partecipato allo stupro di gruppo avvenuto al Foro Italico.

"Invio i video solo a chi li dovevo mandare e poi li elimino" aveva scritto il giovane nella chat con un amico al quale aveva anche raccontato i particolari della violenza.

"Attento con quei video – scriveva il coetaneo – non è che poi spunta che l'avete stuprata?". "Io di questa storia non voglio sapere nulla" aveva risposto il 22enne. 

La frase ha suscitato subito l'attenzione degli investigatori, che si sono concentrati sulla ricerca dei video e dei dispositivi elettronici nascosti dagli indagati. Secondo chi indaga, il 22enne potrebbe aver avuto intenzione di inviare il video della violenza a qualcuno che poi avrebbe dovuto venderlo ad altri utenti. Il tutto è ancora nel campo delle ipotesi, ma per le autorità è possibile che il giovane non avesse filmato l'aggressione con l'unico scopo di vantarsene.

Gli inquirenti sono certi che il video sia stato inviato a terzi e ora le indagini dovranno chiarire a chi sia stato inoltrato il filmato. Di certo, il 22enne non ha cancellato tutte le tracce. Stando a quanto rilevato dalle forze dell'ordine, il giovane si diceva "sicuro" che la 19enne "non lo avrebbe denunciato".

Invece, le riprese di quei 15 minuti di violenza hanno portato gli investigatori a identificare in poco tempo gli altri aggressori. Il filmato ha confermato la versione della vittima e smentito del tutto quella degli stupratori, che sostenevano che vi fosse stato il consenso da parte della ragazza.

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