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Stupro a Palermo, perché è tornato in carcere il neo-maggiorenne accusato della violenza di gruppo

Torna in carcere il neo-maggiorenne accusato di aver partecipato allo stupro di gruppo di Palermo con altri 6 amici. Secondo il gip, il giovane, che all’epoca dei fatti era minorenne, avrebbe fatto ammissioni di colpevolezza solo per ottenere degli sconti sulla pena. Nella chat con un amico scriveva: “Io neanche la conosco, troppo forte”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Secondo il pm, alcune chat risalenti a poco tempo dopo lo stupro della 19enne di Palermo, fatta ubriacare e poi violentata in un cantiere abbandonato del Foro Italico, indicherebbero l'estremo compiacimento dell'unico indagato minorenne all'epoca del fatto. Per questo motivo, il ragazzo da poco 18enne che era stato affidato a una comunità, dovrà tornare in carcere.

Per il gip, infatti, le ammissioni di colpa dell'adolescente che all'inizio di luglio ha stuprato una ragazza 19enne insieme ad altri 6 amici, sarebbero state fatte solo per ottenere uno sconto di pena. "Le chat del 7 lugliospiega il gip nell'ordinanza – rivelano inequivocabilmente il compiacimento del minore rispetto a quanto accaduto e la sua totale insensibilità rispetto alle atrocità commesse, considerate fonte di divertimento".

L'indagato neo-maggiorenne torna in carcere

Secondo quanto si legge nell'ordinanza con la quale il gip Antonia Pardo del tribunale per i minori ha disposto l'aggravamento della pena per il ragazzino accusato di violenza sessuale di gruppo, nei messaggi scritti e inviati poco dopo l'abuso sarebbe evidente anche il "disprezzo per la vittima". "Le parziali ammissioni dell'indagato in sede di interrogatorio di garanzia – conclude il gip – hanno una valenza assolutamente strumentale, volta unicamente ad ottenere l'attenuazione della misura".

Nella nota, poi, viene specificato che l'indagato avrebbe fornito una "versione dei fatti non combaciante con quanto riferito dalla parte offesa". Alle forze dell'ordine, infatti, l'adolescente avrebbe spiegato di aver chiesto aiuto più volte anche al neo-maggiorenne che le puntava una torcia contro, ma di non essere stata ascoltata.

Diverso invece il racconto dell'indagato, che durante l'interrogatorio di garanzia avrebbe riferito di aver "aiutato a un certo punto la ragazza". Le dichiarazioni della vittima sono confermate da quanto emerso dai video registrati dal "cameraman", il 22enne che da più tempo conosceva la ragazza.

Il minore avrebbe partecipato attivamente allo stupro e il suo ruolo risulta essere di primo piano sia rispetto alla violenza sessuale, sia rispetto alle azioni violente messe in atto per rendere la vittima incapace di reagire. La ragazza, già ubriaca e stordita, è stata infatti picchiata con violenza prima e durante il terribile l'abuso.

I messaggi contro la vittima della violenza

Nelle chat su quanto avvenuto il 7 luglio al Foro Italico, l'indagato si mostra "divertito e tranquillo" per la violenza sessuale perpetrata ai danni della 19enne. Mentre parla con un amico, il neo-diciottenne sottolinea di non conoscere la sua vittima e di aver agito insieme agli amici. "Quella – scriveva all'amico raccontando l'abuso –Si è pure sentita male, è svenuta più di una volta". Poi conclude tra le risate: "Troppo forte. Io neanche la conosco".

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