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Villa all’asta assegnata dal Tribunale a magistrati amici: indagati giudici e avvocati

La villa in Costa Smeralda fu aggiudicata all’asta giudiziaria con un abbattimento del 25 per cento sul prezzo di base facendo scattare i sospetti.
A cura di Antonio Palma
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AGGIORNAMENTO 25 GENNAIO 2022

Come emerso dal procedimento giudiziario, le accuse verso F. M., C.M. e A.S. si sono rivelate infondate e sono stati assolti dalle imputazioni con ampia formula e con Sentenza Del Gup del Tribunale di Roma del 3 marzo 2021, Diventata irrevocabile il 17 luglio 2021.

Una vera propria bufera giudiziaria si è abbattuta sul tribunale civile di Tempio Pausania, in Sardegna: la procura di Roma  infatti ha dichiarato conclusa la maxi inchiesta sulle presunte aste giudiziarie pilotate  annunciano che son ben 11 le persone coinvolte a vario titolo tra cui avvocati e sopratutto giudici alcuni dei quali con incarichi di rilievo nella magistratura locale. Nel dettaglio, come riportano i giornali locali, tra gli undici indagati figurano due avvocati del foro gallurese, due cancellieri del tribunale e un perito ma soprattutto sei magistrati. Secondo l'accusa, in accordo  tra di loro avrebbero favorito la vendita all'asta di una villa verso alcuni magistrati amici in servizio a Cagliari, anche loro indagati.

Le accuse ipotizzate  a vario titolo sono di turbativa d'asta, falso e abuso d'ufficio. La vicenda riguarda la vendita all'asta di una lussuosa villa di un imprenditore in Costa Smeralda, a Baia Sardinia, avvenuta nel 2016. L'abitazione venne aggiudicata per un prezzo decisamente inferiore ai costi di mercato per quell'area facendo nascere subito dei sospetti. Ci fu infatti un abbattimento del 25 per cento sul prezzo a base d'asta per la presenza di un occupante che, in realtà, era già morto. L'inchiesta è finita poi alla Procura di Roma, competente per reati che riguardano i giudici sardi, e ora è arrivata a conclusione. Il provvedimento di chiusura delle indagini è firmato dal pubblico ministero di Roma, Stefano Rocco Fava, che ha coordinato le indagini. Ora i difensori  degli indagati hanno 20 giorni di tempo per depositare le memorie difensive.

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