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Veronica Panarello: “Cerco la verità anche se non riavrò mio figlio”

La madre del piccolo Loris continua a dichiararsi innocente e il suo avvocato ha presentato ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale del riesame di Catania che ha rigettato la richiesta di scarcerazione della donna.
A cura di Antonio Palma
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"Andiamo avanti alla ricerca della verità, anche se so che questo non mi ridarà il mio bambino, e non potrò riavere indietro il tempo non trascorso con mio figlio più piccolo", sono queste le parole che avrebbe confidato Veronica Panarello, la mamma del piccolo Loris Stival, al suo legale, Francesco Villardita. Veronica Panarello, accusata dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere di suo figlio Loris, di 8 anni, in effetti continua a dichiararsi innocente e lei e il suo avvocato sono ancora convinti di poter dimostrare la non colpevolezza in Aula. Francesco Villardita parla di “una donna distrutta dalla detenzione e dalla lontananza dalla famiglia”, ma come riporta lo stesso legale non si vuole arrendere e vuole continuare a combattere per scoprire il vero assassino di suo figlio. L’avvocato intanto ha presentato ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale del riesame di Catania che, il 3 gennaio scorso, ha rigettato la richiesta di scarcerazione della donna detenuta ad Agrigento.

Il ricorso in Cassazione

Il legale della donna sostiene che il Tribunale del riesame di Catania “non ha esaminato con rigore scientifico il tema dell’ orario della morte di Loris”. Secondo l’accusa il piccolo sarebbe stato ucciso tra le 9-10, mentre per la difesa l’ora del delitto è successiva e coincide con il periodo in cui Veronica era al corso di cucina. Nel ricorso in Cassazione, l’avvocato ritiene “non superata”, neanche la perizia della difesa sul video ripreso dalla telecamera di sicurezza davanti casa Stival. Secondo Villardita “la sagoma di Loris non è compatibile con la persona che entra nell’ingresso del palazzo”. L’avvocato di Veronica inoltre ritiene che manchino nella ricostruzione della procura il movente e gravi indizi di colpevolezza.

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