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Venezia, uccise di botte la moglie: condannato a 30 anni Natalino Boscolo Zemello

Natalino Boscolo Zemello, l’uomo di 36 anni di Chioggia, in provincia di Venezia, ritenuto colpevole di avere ucciso la moglie Maila Beccarello, 37  anni, nella casa di Cavarzere in cui vivevano, è stato condannato a trent’anni di carcere. La sentenza, con rito abbreviato, è stata pronunciata dal giudice Andrea Battistuzzi nel pomeriggio di oggi.
A cura di Davide Falcioni
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Natalino Boscolo Zemello, l'uomo di 36 anni di Chioggia, in provincia di Venezia, ritenuto colpevole di avere ucciso la moglie Maila Beccarello, 37  anni, nella casa di Cavarzere in cui vivevano, è stato condannato a trent'anni di carcere. La sentenza, con rito abbreviato, è stata pronunciata dal giudice Andrea Battistuzzi nel pomeriggio di oggi ed è equivalente al massimo della pena. Il gup ha accolto la richiesta del pm Stefano Buccini. La difesa aveva chiesto di riconoscere le attenuanti.

Maila Beccarello è stata uccisa a 37 anni la notte tra il 7 e l’8 agosto del 2018. A massacrarla di botte a mani nude fino a causarne il decesso è stato il marito, Natalino Boscolo Zemello,  che si trovava nell'abitazione di Cavarzere agli arresti domiciliari per reati di tentata estorsione e violenza privata. È stato lui stesso a chiamare il 118, intorno alle 5 e 45 del mattino: dopo aver ammesso al telefono di aver ucciso la moglie ritrattò repentinamente sostenendo che la donna era “caduta dalle scale”.

La vittima venne letteralmente massacrata. Come ricostruiva Valigia Blu  "il corpo esanime e tumefatto di Maila era davanti la porta d’ingresso, dove probabilmente l’aveva trascinato lo stesso Boscolo Zemello, lasciando impronte insanguinate in tutta la casa". Interrogato, l'uomo tentò di difendersi dalle accuse di omicidio dicendo di aver reagito a un’aggressione di Maila e di non avere avuto l’intenzione di ucciderla: “L’ho colpita solo con due schiaffi e un pugno, poi le ho dato una spinta e ha sbattuto il viso contro il muro”. Il resto delle ferite, secondo il suo racconto, la donna se le sarebbe procurate cadendo. La versione, tuttavia, non convinse il giudice che ne convalidò l’arresto: l'uomo, d'altro canto, non era nuovo a episodi di violenza: più volte anche in passato aveva picchiato la moglie e in molti a Cavarzere erano a conoscenza degli abusi.

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