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Valter Lavitola torna in carcere: ha violato i domiciliari

Il faccendiere-editore-giornalista ripreso da telecamere di sicurezza nel cortile del palazzo in cui è recluso ai domiciliari. L’avvocato protesta: “Non ha sconfinato, il braccialetto elettronico non ha segnalato l’evasione”. Dal prossimo 30 ottobre comincerà il processo di secondo grado per la presunta estorsione a Silvio Berlusconi.
A cura di Redazione
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Valter Lavitola, il faccendiere ex direttore del quotidiano L'Avanti Valter Lavitola è tornato in carcere, nel penitenziario romano di Regina Coeli. Il motivo in seguito a un provvedimento della sesta sezione della Corte d'Appello di Napoli. È accusato di aver violato gli arresti domiciliari, misura cautelare cui era sottoposto da quando è stato condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi, con rito abbreviato per tentata estorsione ai danni di Silvio Berlusconi, in un processo a Napoli. Secondo l'accusa l'uomo avrebbe chiesto all'ex premier 5 milioni di euro per mantenere il silenzio sull’inchiesta di Bari che ipotizzava un giro di escort intorno al leader del centrodestra. Lavitola nel 2012 aveva inoltre patteggiato 3 anni e 8 mesi di reclusione nel procedimento che lo vedeva imputato per truffa e bancarotta fraudolenta in relazione all'illecita gestione dei finanziamenti pubblici destinati al quotidiano L’Avanti!, di cui era editore e direttore.

In pratica l'ex direttore de L'Avanti era uscito nel cortile del suo palazzo, ripreso da telecamere di sorveglianza installate nel cortile su disposizione della procura della Repubblica di Napoli sin dal giorno della sua scarcerazione. Secondo quanto riferito dal suo difensore, avvocato Gaetano Balice, Valter Lavitola – nella circostanza che gli viene contestata – si trovava nel cortile della sua abitazione romana, all'interno del perimetro di tolleranza del braccialetto elettronico il cui allarme infatti non è scattato. Dal prossimo 30 ottobre comincerà il processo di secondo grado per la presunta estorsione a Silvio Berlusconi.

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