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Covid 19

Vaccino ai bambini, l’esperto del Gaslini: “Effetti collaterali sono minimi, il virus fa più paura”

Elio Castagnola, direttore malattie infettive dell’Istituto Gaslini di Genova, sulla vaccinazione Covid ai bambini dai 5 agli 11 anni a Fanpage.it: “Il virus fa più paura del vaccino. In questo momento come numero di ricoveri siamo tornati ai livelli di ottobre dello scorso anno. Attenzione alla forma infiammatoria multisistemica (Mis-C): l’abbiamo osservata uno ogni 200 casi di pazienti pediatrici che hanno avuto l’infezione da Coronavirus documentata”.
A cura di Ida Artiaco
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"Il virus fa più paura del vaccino. Gli effetti collaterali sono minimi, così come la loro frequenza. Anche gli addetti ai lavori non si spaventano per i vaccini a mRna ma per quello che può fare il virus. Ogni settimana qui ricoveriamo bambini per Covid-19 perfettamente sani". A parlare è Elio Castagnola, direttore malattie infettive dell'Istituto Gaslini di Genova, tra le eccellenze italiane in campo pediatrico, che a Fanpage.it ha spiegato quali sono gli effetti collaterali del vaccino Covid nei bambini dai 5 agli 11 anni, per i quali partirà la campagna di vaccinazione dal 16 dicembre, e quali le conseguenze in caso di infezione.

Dott. Castagnola, quali sono gli effetti collaterali del vaccino Covid nei bambini?

"La vaccinazione non dà nessun problema, generalmente può non succedere nulla anche nei bambini. Sono state comunque descritte le stesse sintomatologie già osservate nell'adulto, cioè dolore nella sede dell'iniezione, fastidio al braccio, stanchezza e qualche linea di febbre. Tutto comunque facilmente reversibile nell'arco di 24 ore, massimo 48.

Si parla molto, a proposito di effetti collaterali, di miocarditi e pericarditi. Cosa si sa a tal proposito?

"Si tratta di una serie di disturbi piuttosto lievi nella fascia 5-11 anni. Nei ragazzi più grandi, in età adolescenziale, gli americani hanno descritto queste forme di miocardite e pericardite, ma con una frequenza intorno agli 8-10 casi ogni 100mila vaccinati maschi sui 16-18 anni dopo la seconda dose. Quindi anche qui comunque una frequenza molto bassa. Dico questo perché se andiamo a vedere quello che accade a livello di mio-pericardite nel bambino che ha avuto il Covid la questione si complica: secondo i dati che noi abbiamo come Gaslini e che abbiamo estrapolato da quelli della Regione Liguria, la forma infiammatoria multisistemica (Mis-C) l'abbiamo osservata uno ogni 200 casi di pazienti pediatrici che hanno avuto l'infezione da Coronavirus documentata. I due terzi di questi pazienti non avevano avuto nemmeno una infezione documentata quindi addirittura può essere una malattia che si presenta come un fulmine a ciel sereno perché il genitore o chi per lui non ha avuto coscienza di essere stati ammalati prima. La forma di miocardite da vaccino, comunque, nell'arco di un paio di giorni si cura con antinfiammatori e un po' di riposo mentre la Mis-C richiede ospedalizzazione per due o tre settimana e terapie immunosoppressive. Non è proprio uno scherzo. I colleghi americani dicono che ci vogliono tre mesi per superare tutto, ma sappiamo comunque ancora troppo poco anche su questo problema".

E per quanto riguarda il long Covid nei bambini?

"È una entità che ancora non conosciamo bene nei bambini. Nell'adulto con questo termine ci si riferisce a tutti quei disturbi persistenti nel tempo a livello polmonare, neurologico e vascolare che sappiamo esserci per mesi dopo aver contratto l'infezione da Covid-19. Per i bambini non è stato definito in maniera precisa. Ci sono studi che segnalano ad esempi disturbi del sonno per qualche mese nei soggetti in età pediatrica che hanno avuto il Coronavirus ma per il momento al di fuori della Mis-C non vengono ancora elencate sintomatologie precise come nell'adulto. Ci vorrà del tempo per capire".

 Cosa si sente dire ai genitori che sono indecisi se far vaccinare o meno i propri figli?

"Io capisco le paure sul vaccino, molti dicono che ne sanno ancora poco. In realtà noi abbiamo già somministrato milioni di dosi, quindi non è vero che sappiamo poco. Diciamo che sappiamo poco di quello che succede nei bambini, ma gli americani già lo usano da un po', il loro sistema di farmacovigilanza non ha riportato cose particolarmente strane o frequenti. Il che è tranquillizzante. È vero che non conosciamo gli effetti a lungo termine del vaccino, ammesso e non concesso che ce ne siano, ma altrettanto ugualmente non conosciamo gli effetti a lungo termine del virus, anche in chi l'ha avuto in modo sintomatico o poco sintomatico come per fortuna accade alla maggior parte dei bambini. Le incognite relative al virus sono molte di più rispetto a quelle relative al vaccino. Gli addetti ai lavori non si spaventano per i vaccini a mRna ma per quello che può fare il virus".

Quale è la situazione al momento al Gaslini?

"In questo momento come numero di ricoveri siamo tornati ai livelli di ottobre dello scorso anno. C'è da dire che quasi tutte le settimane abbiamo ricoverato qualche caso, tutti bimbi perfettamente sani che arrivano con febbre. Nessuno ha richiesto terapia intensiva, sono forme facilmente gestibili, ma i ricoveri ci sono, si vanno a sommare a quelli per virus sinciziale che l'ha fatta da padrone in questo periodo, a breve arriverà anche l'influenza. Abbiamo avuto tre bambini in gravi condizioni e tutti avevano situazioni sottostanti che favorivano l'aggravarsi della malattia dovuta al Covid-19. Non siamo tranquilli per cosa potrà accadere. Il fatto che un gruppo di pazienti possa essere vaccinato e riduca la circolazione del virus è una buona notizia come prospettiva anche per la gestione degli ospedali. In questo momento i ragazzi delle scuole medie, che poi saranno quelli per i quali in parte comincerà la vaccinazione, sono quelli in Liguria con i numeri più alti. Per concludere, dunque, dico che ho più paura del virus che del vaccino".

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