USA e Ucraina firmano accordo su terre rare. Trump: “Ho detto a Zelensky di farlo perché Mosca è più forte”

Un’intesa definita “storica” è stata firmata nelle ultime ore tra Stati Uniti e Ucraina per la creazione di un Fondo di Investimento congiunto destinato alla ricostruzione del Paese e alla valorizzazione delle sue risorse naturali, in particolare terre rare, petrolio e gas. Il nuovo strumento finanziario, che sarà gestito con pari diritti da Washington e Kiev, prevede che l’Ucraina versi il 50% dei proventi ottenuti dalla monetizzazione delle materie prime statali nel fondo comune. Restano escluse dal patto le attività già operative delle aziende pubbliche, come Naftogaz e Ukrnafta.
Cosa ha detto Zelensky sull'accordo sulle terre rare
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha descritto l’iniziativa come “un impegno concreto e a lungo termine degli Stati Uniti per sostenere una Ucraina libera e prospera”, mentre il primo ministro Denys Shmyhal ha definito il piano “equo e vantaggioso”, precisando che lo Stato ucraino conserverà la piena proprietà delle risorse coinvolte.
"Insieme agli Stati Uniti, stiamo creando un fondo che attirerà investimenti globali nel nostro Paese", ha affermato la vice premier e ministra dell'Economia ucraina, Yulia Svyrydenko, che si è recata a Washington per firmare il documento. L'accordo con Washington finanzierà "progetti di estrazione di minerali, petrolio e gas", ha affermato Svyrydenko.
L’accordo arriva dopo mesi di trattative intense, durante le quali Kiev aveva chiesto garanzie politiche e di sicurezza in cambio dell’accesso occidentale ai suoi minerali strategici. Sebbene il testo finale non menzioni impegni militari o di difesa, gli Stati Uniti si sono detti pronti a sostenere a lungo termine la ripresa economica ucraina, non solo con fondi ma anche con tecnologia e know-how per lo sviluppo sostenibile del settore estrattivo.
Il progetto prevede che per almeno dieci anni i profitti generati vengano reinvestiti interamente in Ucraina, con l’obiettivo di stimolare l’interesse di investitori internazionali e avviare un ciclo virtuoso di ricostruzione e innovazione. Il documento firmato dovrà ora essere ratificato dal Parlamento ucraino.
Le parole di Trump: "Ho detto a Zelensky di firmare perché Mosca è più forte"
Decisivo per il raggiungimento dell’intesa è stato anche l’intervento diretto del presidente statunitense Donald Trump. Intervistato in diretta telefonica durante una trasmissione sull’emittente americana NewsNation, l’ex tycoon ha dichiarato apertamente che “era necessario ottenere garanzie” rispetto ai fondi erogati a Kiev. “Gli Stati Uniti hanno mandato 350 miliardi di dollari in assistenza militare e finanziaria – ha affermato – mentre l’Europa si è limitata a prestarne 100. Noi invece abbiamo dato molto di più senza alcuna contropartita. Non possiamo continuare a passare per ingenui, per questo abbiamo stretto questo patto”.
Le parole di Trump confermano quanto il controllo sulle terre rare sia ormai al centro del gioco geopolitico globale. Questi minerali sono infatti essenziali per le tecnologie del futuro – dalle batterie elettriche alle turbine eoliche, dai microchip ai sistemi di difesa – e l’Ucraina, con uno dei più grandi giacimenti d’Europa, rappresenta una pedina strategica fondamentale.
L'ex tycoon ha poi rivelato alcuni dettagli dell'incontro con il presidente ucraino in Vaticano in occasioni dei funerali di Papa Francesco: gli "ho detto che sarebbe stata un'ottima cosa se fossimo riusciti a raggiungere un accordo" sui minerali "e lui lo avesse firmato, perché la Russia è molto più forte". Alla domanda se l'accordo sui minerali avrebbe "inibito" il leader russo Vladimir Putin, Trump ha risposto: "Beh, potrebbe".
Con questa nuova cornice di collaborazione economica, Stati Uniti e Ucraina rilanciano la loro alleanza anche su un terreno meno visibile ma altrettanto decisivo: quello delle risorse naturali e del controllo sui materiali critici del XXI secolo.