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Unabomber, la Procura riapre l’indagine: tra gli indagati spunta un nome nuovo

Ripartono dai dieci indagati le cui posizioni furono archiviate ai tempi e da nuove analisi genetiche su reperti già acquisiti, le indagini sul caso di “Unabomber”. Lo fa sapere la procura di Trieste in una nota.
A cura di Chiara Ammendola
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Uno degli attentati di Unabomber
Uno degli attentati di Unabomber

Le indagini sul caso "Unabomber" ripartono, e lo fanno con un nuovo indagato e nuove analisi. Il procuratore di Trieste Antonio De Nicolo ha infatti fatto sapere di voler procedere a nuove analisi su dieci reperti, sequestrati nell'ambito delle indagini sugli attentati attribuiti proprio a Unabomber. Da qui la richiesta d'incidente probatorio indirizzata al Gip di Trieste.

Si tratta di esami necessari, secondo la Procura che ha riaperto le indagini dopo 16 anni, a verificare se sia possibile identificare il o i responsabili degli episodi di violenza commessi nelle regioni italiane del Veneto e del Friuli negli anni 1990 e 2000. Per procedere con questi esami però è stato necessario iscrivere nuovamente le dieci persone, già considerate nel corso dei procedimenti avviati all'epoca dei fatti e successivamente archiviati, nel registro degli indagati.

Una la novità consistente che è quella di un nuovo nome che si aggiunge a quelli già noti, un'altra persona emersa sulla base di una fonte dichiarativa "la cui attendibilità appare problematica ed è tutta da verificare". Le persone che erano state coinvolte in passato sono state iscritte nel registro degli indagati per evitare di incappare in questioni di nullità o di inutilizzabilità.

La Procura puntualizza inoltre, nella nota diffusa oggi, che nei confronti di nessuna delle 11 persone indicate nella richiesta di incidente probatorio come “persone sottoposte ad indagine” sono finora stati acquisiti particolari elementi, tali da indirizzare le indagini in una direzione precisa: sarà appunto l'accertamento genetico a fornire,  come detto, elementi utili a tal fine.

De Nicolo inoltre sottolinea che per tutte e dieci gli indagati, fino al termine dell'accertamento ogni "frettolosa attribuzione di responsabilità" sarebbe una "gratuita illazione".

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