Ucraina, Trump sulla possibile pace: “Incontro tra Zelensky e Putin? Preferirei non essere presente”

Il conflitto in Ucraina continua a segnare tensioni e sviluppi diplomatici, con la comunità internazionale impegnata tra sostegno militare, economico e tentativi di mediazione. Al centro delle ultime dichiarazioni c’è Donald Trump, che ha posto un accento particolare sul ruolo che potrebbe avere in un eventuale incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. “Vedremo se Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky lavoreranno insieme. E vedremo se dovrò esserci, preferirei di no”, ha dichiarato l’ex presidente statunitense, lasciando intendere la delicatezza del momento e la complessità di un eventuale faccia a faccia tra i leader.
Il presidente ucraino Zelensky ha confermato di aver avuto con Trump una lunga conversazione sulla necessità di muoversi in una direzione diplomatica. “Trump è l’unica persona che può fermare Putin oggi, secondo me. Abbiamo concordato che è giusto percorrere una strada diplomatica e ho sostenuto questa direzione proposta dal presidente Trump. Abbiamo parlato di un incontro trilaterale, e ho detto: ‘Siamo pronti’”, ha spiegato Zelensky in conferenza stampa congiunta con il segretario generale della Nato, Mark Rutte.
Zelensky ha sottolineato che la Russia non può “continuare a nascondersi dall’incontro” e che l’Ucraina conta su una solida coalizione internazionale composta da oltre 30 Paesi, pronti a offrire sostegno militare, economico e politico. “Vediamo un forte segnale dagli Stati Uniti, che sono pronti ad andare avanti. L’Europa e gli altri Paesi della ‘Coalizione dei Volentieri’ sono pronti ad aiutare, ne siamo grati”, ha aggiunto.
Il presidente ucraino ha poi insistito sulla necessità di garanzie di sicurezza concrete, simili all’articolo 5 della Nato: “Dobbiamo definire chiaramente quali Paesi ci aiuteranno sulla terraferma, quali nei cieli e quali garantiranno la sicurezza in mare. Poi c’è la questione del finanziamento del nostro esercito in termini di numeri e qualità”. Su questo fronte, Zelensky ha ricordato che il programma PURL consente di acquistare armi americane con fondi dei Paesi partner, e che l’Ucraina ha già ottenuto 1,5 miliardi di dollari dai Paesi europei.
Sul versante economico, l’Unione Europea ha confermato il suo sostegno con un pacchetto complessivo di 4,05 miliardi di euro, tra dispositivo per l’Ucraina e assistenza macrofinanziaria eccezionale, in vista del 34esimo anniversario dell’indipendenza ucraina il 24 agosto.
Mosca, dal canto suo, ha respinto le accuse secondo cui ostacolerebbe un processo di pace. In una nota, il ministero degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha definito “assurde” le speculazioni dei media occidentali, ribadendo la coerenza della propria posizione e confermando che le dichiarazioni riflettono la linea politica stabilita dal presidente russo.
La tensione rimane alta anche sul terreno. Durante la visita di Rutte a Kiev, le autorità ucraine hanno diramato un allarme per possibili attacchi aerei, invitando i cittadini a cercare rifugio a causa della minaccia di lanci di missili balistici russi.
Sul ruolo internazionale, l’ex premier italiano Mario Draghi ha sottolineato che, nonostante l’Europa abbia fornito il maggiore contributo finanziario e abbia un interesse diretto in una pace giusta, finora il suo ruolo nei negoziati è stato marginale. “La presenza di cinque leader e della presidente della Commissione europea all’ultimo incontro alla Casa Bianca è stata una manifestazione di unità che vale più di tante riunioni a Bruxelles”, ha detto Draghi al Meeting di Rimini.