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Uccise un uomo e fu condannato a 30 anni. Ma non è mai andato in carcere

Giovanni Di Pietro è un uomo libero. Sequestrò e uccise il figlio di un industriale di Catania nel 1978 e per questo delitto fu condannato. La sentenza che lo riteneva colpevole non gli è mai stata notificata. E ora è estinta.
A cura di Susanna Picone
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Angelo Piro trovò un uomo nudo insieme a sua moglie e lo uccise a colpi di pistola. Per quel delitto fu condannato a 14 anni con rito abbreviato. Ma i giudici della Corte d’appello gli hanno ora riconosciuto l’attenuante della provocazione.

Nel 1978 Giovanni Di Pietro, 56 anni, fu ritenuto colpevole di aver rapito e ucciso il figlio 26enne di un ricco industriale catanese e per quel delitto fu condannato a 30 anni. Lui si trasferì in Argentina prima che il giudice si pronunciasse e quella sentenza, a Buenos Aires, non gli è mai stata notificata. È trascorso del tempo e ora risulta estinta. Conseguenza è che l’uomo riconosciuto colpevole di un omicidio non ha mai scontato neppure un giorno di carcere. Secondo quanto si apprende l’Argentina non ha mai concesso all’Italia l’estradizione e l’8 luglio la corte d’appello di Catania, su istanza del legale dell’imputato e della Procura generale ha emesso un’ordinanza di “risoluzione di incidente di esecuzione”.

Insomma dalla Procura di Catania hanno spiegato che non è stata una svista ma questa vicenda è potuta accadere perché il Paese che ospitava Di Pietro, appunto l’Argentina, non ha mai riconosciuto l’estradizione. La Procura etnea l’aveva chiesta e l’Argentina l’ha negata. E così ora Giovanni Di Pietro è nuovamente un uomo libero per la giustizia italiana. Il legale Tommaso De Lisi, del Foro di Palermo, ha commentato la vicenda spiegando di aver avuto contatti via email col suo assistito aggiungendo però di non avergli ancora scritto degli ultimi sviluppi: “Lo sentirò nei prossimi giorni e gli dirò che la pena è stata estinta e che può fare rientro in Italia. L'unico adempimento che dobbiamo ora fare è notificare il provvedimento al consolato italiano in Argentina”.

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