video suggerito
video suggerito

Uccise la moglie e ne inscenò il suicido, Erik Zorzi condannato all’ergastolo: la vittima registrò tutto

Il tribunale di Padova ha condannato all’ergastolo Erik Zorzi, 42enne di Abano Terme, accusato di aver ucciso la moglie Nicoleta Rotaru, 39 anni di origine moldava, inscenandone il suicidio.
A cura di Ida Artiaco
360 CONDIVISIONI
Nicoleta Rotaru ed Erik Zorzi
Nicoleta Rotaru ed Erik Zorzi

È stato condannato all'ergastolo Erik Zorzi, 42enne di Abano Terme, accusato di aver ucciso la moglie Nicoleta Rotaru, 39 anni di origine moldava, inscenandone il suicidio. È quanto è stato deciso nel pomeriggio di oggi dal tribunale di Padova. La sentenza di primo grado è stata letta dalla giudice Domenica Gambardella, presidente della Corte d’Assise. Lui era presente in aula. La pena massima era stata chiesta dalla Procura, rappresentata dai pubblici ministeri Maria Ignazia D’Arpa e Marco Brusegan, mentre la difesa aveva proposto l'assoluzione.

Per quanto riguarda le richieste degli avvocati di parte civile, è stato disposto un risarcimento danni di 380mila euro per la figlia più piccola di Nicoleta e di 370 mila euro per la primogenita, di 280mila euro per il padre naturale della 39enne, di 290 mila euro per la madre "acquisita" e di 90mila euro per la sorella biologica. Inoltre, saranno inviati gli atti alla Procura Generale della Corte d’Appello. Una decisione ritenuta necessaria per valutare l’operato di allora dei carabinieri di Abano e Montegrotto più volte contattati dalla vittima prima della tragedia. Nel giro di due anni – aveva evidenziato la pm D'Arpa – tra il 2021 e il 2023 i militari erano intervenuti 8 volte a casa della coppia, ma nonostante ciò "non è stata attivata la procedura del codice rosso e non è stata fatta nessuna segnalazione in Procura se non dopo la sua morte".

Zorzi era stato arrestato il 20 marzo 2024, a oltre sette mesi e mezzo dal presunto delitto, che inizialmente era stato considerato quale suicidio in quanto la donna fu ritrovata il 2 agosto 2023 rannicchiata nella doccia del bagno di casa con una cintura marrone chiusa intorno al collo.

A incastrare l'uomo fu il cellulare della vittima che registrò ogni istante di quello che accadde la notte fra l’1 e il 2 agosto 2023. Quella notte la donna accese il registratore del cellulare per tutta notte captando le frasi del marito e i rumori della successiva messinscena. Per l'accusa fu lui a strangolarla nel letto e a inscenare in seguito il suicidio. Il processo è iniziato il 14 novembre 2024 e si è concluso oggi, dopo quasi un anno.

360 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views