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Covid 19

Treviso, 134 positivi al covid tra ospiti e personale di un centro di accoglienza per migranti

Un nuovo focolaio di coronavirus è stato individuato nell’ex caserma Serena di Treviso: a seguito dei tamponi eseguiti ieri dall’Uls della Marca 134 persone sono risultate positive su un totale di 340 che vivono e lavorano nel centro di accoglienza per richiedenti asilo. La notizia è stata confermata dal Presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
A cura di Davide Falcioni
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Un nuovo focolaio di coronavirus è stato individuato nell'ex caserma Serena di Treviso: a seguito dei tamponi eseguiti ieri dall'Uls della Marca 134 persone sono risultate positive su un totale di 340 che vivono e lavorano nel centro di accoglienza per richiedenti asilo. La notizia è stata confermata dal Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, in visita a Vo' Euganeo: "Sono più di 130, probabilmente 134 i migranti positivi nella ex caserma Serena". Naturalmente tutti gli ospiti del centro dovranno ora rispettare un periodo di quarantena obbligatoria.

Le prime positività all'interno dell'ex caserma Serena sono state riscontrate due giorni fa martedì 28 luglio: i sanitari avevano infatti sottoposto a test del tampone un ospite che aveva riferito di non stare molto bene. Dopo la diagnosi di covid anche due suoi contatti ravvicinati sono stati testati, risultando anche loro positivi. Ieri, mercoledì 29 luglio, le autorità sanitarie hanno quindi deciso di accertare lo stato di tutti gli ospiti e operatori della struttura.

Mario Conte, sindaco di Treviso, ha commentato: "Il nuovo focolaio all'interno della struttura genera un danno incalcolabile, anche in termini di immagine, al nostro territorio del quale lo Stato dovrà rendere conto. Ci stavamo riprendendo, il turismo stava nuovamente vedendo la luce dopo una primavera terribile e con questa batosta ci ritroviamo a terra, dopo che il Governo non ha mai ascoltato la nostra richiesta di chiudere la Caserma – afferma il primo cittadino -. A dirle il vero, stiamo ancora aspettando che il Ministro dell'Interno Lamorgese venga a vedere con i suoi occhi la situazione dopo la nota rivolta dello scorso giugno. Sono arrabbiato perché ora ci troviamo a fronteggiare una nuova emergenza. E la colpa non è dei nostri cittadini"

In Veneto altri due casi a rischio: un'infermiera e un operatori di una struttura per disabili

Sono però anche altri i possibili focolai posti sotto la lente di ingrandimento in Veneto: uno riguarda un’infermiera dell’Unità Operativa di Malattia Infettive del Ca’ Foncello e l'altro un operatore di un centro disabili. L’infermiera, che non ha manifestato sintomi, è risultata positiva nell’ambito dei controlli svolti a seguito della positività, riscontrata tre giorni fa, di un suo contatto stretto, sintomatico. Sarebbe lui, dai primi riscontri epidemiologici, la causa del contagio della donna, subito collocata in isolamento domiciliare. Ieri, a scopo precauzionale, è stato eseguito il test su tutti gli operatori dell’Unità Operativa di Malattie Infettive. La positività dell’operatore del centro disabili, anche lui asintomatico è emersa, invece, nell’ambito dei consueti controlli a cui vengono sottoposti gli operatori di queste strutture.

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