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Trapianto di rene collegato al pancreas salva bimbo di 4 anni, primo caso al mondo a Torino

Il bimbo era arrivato al pronto soccorso a due mesi di vita per un’insufficienza renale terminale. Da quel momento non aveva più lasciato l’ospedale. La situazione clinica poi si è progressivamente complicata fino alla scelta dei medici di tentare una tecnica mai utilizzata prima al mondo su un piccolo paziente già trapiantato di fegato che è perfettamente riuscita.
A cura di Antonio Palma
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Un trapianto di rene collegato al pancreas ha salvato un bambino di soli 4 anni già trapiantato di fegato per una grave patologia di cui soffre. È accaduto all’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino dove il piccolo era ricoverato per una insufficienza renale. Si tratta del primo intervento chirurgico al mondo di questo tipo a livello pediatrico su questo tipo di pazienti, secondo i sanitari della Città della Salute di Torino che lo hanno eseguito. Il bimbo, che soffre di diverse patologie, era finito in ospedale già a due mesi di vita ed era stato necessario il trapianto rene – fegato. A tre anni di distanza si è reso necessario un ritrapianto del rene che è perfettamente riuscito. Il nuovo rene, attaccato alla vena della milza dentro il pancreas in direzione del fegato, ha prodotto urina già in sala operatoria, senza sofferenza per il fegato trapiantato 3 anni prima. Dopo soli 2 giorni infatti il bimbo ora si alimenta e gioca.

Il calvario del piccolo era iniziato quando a causa di vomito persistente i genitori lo avevano portato al Pronto soccorso dell'ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino dove i medici gli avevano diagnosticato un'insufficienza renale terminale. Da quel momento il bimbo non ha più lasciato l'ospedale. “I reni erano completamente pietrificati a causa di una rara e grave malattia genetica, la iperossaluria primitiva, che nelle forme più gravi porta a calcificazione renale in poche settimane di vita” spiegano dall’ospedale torinese, ricordando che “Il trattamento di questa malattia è consistito nella dialisi per 5 ore tutti i giorni per evitare che i depositi massivi di ossalato di calcio distruggessero anche gli occhi, le ossa e tutto il corpo, in attesa di un trapianto combinato di fegato (che è la sede del difetto congenito dell'enzima necessario per depurare l'ossalato dall'organismo) e di rene”.

Il primo trapianto di fegato-rene era avvenuto a 15 mesi di vita, ma, nonostante il trattamento e il ripristino della funzione enzimatica, anche il rene trapiantato si è danneggiato irrimediabilmente e si è reso necessario riprendere la dialisi quotidiana, determinando grosse difficoltà di crescita e di alimentazione, che hanno reso impossibile al bambino anche solo andare a giocare al parco o vedere altri bambini. La situazione clinica poi si era progressivamente complicata fino alla scelta dei medici di tentare una tecnica mai utilizzata prima al mondo su un piccolo paziente già trapiantato di fegato.

L'intervento, che ha visto la partecipazione di una équipe multidisciplinare formata da Renato Romagnoli (Direttore Centro trapianti di fegato ospedale Molinette) e Francesco Tandoi; Aldo Verri (Direttore Chirurgia vascolare ospedaliera Molinette) e Claudia Melloni; Simona Gerocarni Nappo (Direttore Urologia pediatrica Regina Margherita) e Massimo Catti, coadiuvati dagli anestesisti diretti da Roberto Balagna, è durato circa 6 ore è riuscito perfettamente e dopo 4 anni di mattinate trascorse in ospedale ora il bimbo può finalmente andare a giocare al parco.

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