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Tortura e stupra per giorni il compagno di cella minacciandolo con il rasoio: terrore nel carcere di Prato

La Procura di Prato ha svelato torture e stupri tra detenuti nel carcere La Dogaia. In un caso due detenuti avrebbero torturato e stuprato per giorni un compagno tossicodipendente e omosessuale alla sua prima esperienza carceraria.
A cura di Giorgia Venturini
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Violenza sessuale e torture tra carcerati. È quello che ha svelato la Procura di Prato nel carcere La Dogaia. Al centro delle indagini ci sarebbero soprattutto due episodi di stupro: in un caso un detenuto avrebbe violentato ripetutamente il compagno di cella minacciandolo con un rasoio, mentre in un secondo caso due detenuti avrebbero torturato e stuprato per giorni un compagno tossicodipendente e omosessuale alla sua prima esperienza carceraria. La tortura avveniva con mazze, pentole bollenti, pugni e colpi alla testa. La vittima subiva stupri e torture continuamente tanto che il carcere era diventato terrore puro.

Stando alle prime informazioni, il primo caso sarebbe accaduto a settembre del 2023. A violentare ripetutamente il compagno di cella pachistano sotto la minaccia di un rasoio sarebbe stato un detenuto brasiliano di 32 anni. Ora dovrà rispondere anche dell'accusa di violenza sessuale aggravata. I responsabili del secondo reato sarebbero due uomini di 36 e di 47 anni: entrambi tra il 12 e il 14 gennaio del 2020 avrebbero torturato e stuprato per giorni un compagno tossicodipendente. La vittima ha subito gravi traumi psicologici, oltre che fisici. In questo caso i suoi aguzzini sono stati rinviati a giudizio, ora è in corso il processo. La Procura spiega così quello che è successo: "La situazione alla Dogaia è fuori controllo, segnata da un pervasivo tasso di illegalità e da un sistema incapace di garantire sicurezza e dignità". Precisando anche: "La risposta dello Stato sarà ferma e costante". Al momento le indagini non si sono ancora chiuse. Si procederà con altre perquisizioni.

Nella nota della Procura si legge: al vaglio c'è anche "la condotta di alcuni appartenenti alla polizia penitenziaria. Condotte che hanno indotto a sensibilizzare il prefetto e il questore di Prato al fine di valutare l'adozione delle necessarie iniziative a tutela dell'ordine pubblico esterno al carcere in occasione delle attività di ricerca della prova in corso. Il ricorso e la gestione della violenza in seno alla struttura penitenziaria da parte di detenuti in pregiudizio di altri".

E continua: "All'interno della struttura carceraria pratese si registrano svariate condotte a base violenta da parte di detenuti in pregiudizio di altri, che i sistemi di controllo non riescono ad arginare. Si sono verificati, al contempo, negli ultimi anni, gravi episodi di tortura e di violenza sessuale che rendono insicura, degradante e non dignitosa la vita da parte dei detenuti ristretti, gia' privati del bene supremo della liberta' in quanto ristretti in carcere per delitti commessi".

Oggi 8 luglio si è tenuta una nuova perquisizione all'interno del carcere in cui sarebbero stati sequestrati alcuni oggetti. Nel Reparto di Alta Sicurezza dove ci sono anche detenuti di criminalità organizzata: sotto sequestro sono finiti utensili artigianali, una lama affilata e tre cacciaviti, caricabatterie per telefoni cellulari (sono due usb-c per telefono android), cuffie bluetooth e una cuffia per dispositivo cellulare. In una cella inoltre sono state trovare scarpe con doppiofondo per nascondere droga. E ancora: nel reparto di Media Sicurezza è stato trovato un telefono cellulare di marca Realme (è il cosiddetto ‘cinafonino') in un doppiofondo dello sportello del frigorifero dov'era stata ricavata una nicchia, togliendo il materiale isolante.

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