Torino, il ragazzo a torso nudo: “Io dipinto come un mostro. Volevo solo calmare la folla”

Qualcuno è arrivato a definirlo “un terrorista per una bravata”, ma ieri la procura di Torino ha fatto sapere che Davide Buraschi, il ragazzo a torso nudo con lo zainetto di Piazza San Carlo, è stato scagionato da tutte le accuse. 23 anni, magazziniere a Cinisello Balsamo, Davide è stato sentito semplicemente come testimone dei tumultuosi fatti avvenuti sabato sera nel cuore di Torino a margine della diretta tv della finalissima di Champions League. A distanza di tre giorni, il giovane ha potuto raccontare la propria verità al quotidiano La Stampa: “Ho sollevato le braccia per cercare di calmare la folla. Volevo far capire che non c’era alcun pericolo, che bisognava stare tranquilli. Ma hanno fatto di me un capro espiatorio. Quelle immagini mostrate in tv e sui siti mi si sono ritorte contro” ha spiegato.
Il ragazzo è stato costretto a chiudere il suo profilo su Facebook per paura di essere minacciato e per sfuggire al cyber-linciaggio. Lui non manca di lanciare qualche accusa, a partire da quelle contro i media: “Mi hanno tenuto in questura per ore. Ho spiegato tutto quello che avevo visto e che ho fatto. È stato terribile. I media hanno fatto di me un mostro, un sobillatore. Hanno cercato di scaricare su di me la colpa di quei mille e 500 feriti”.
Nonostante lo choc, Davide si ricorda tutto quanto successo in quei drammatici minuti di follia che per poco non si sono trasformati in tragedia:
Eravamo sul 3 a 1. La delusione era tanta. Ad un certo punto ho sentito un forte odore. Forse uno spray al peperoncino spruzzato incautamente, forse una fiala puzzolente di quelle che di solito si usano per gli scherzi di carnevale. Non lo so. So solo che intorno a me si è creato un vuoto. Io sono rimasto al centro. Isolato. Ho alzato le braccia. Invitavo alla calma. Poi ho soccorso le persone che stavano male. Sharon ha avuto un attacco d’asma per quell’odore nauseabondo che si è sprigionato in quel punto della piazza. Ero preoccupato per lei”.
Davide ricorda poi il momento del fermo: “Mi hanno rintracciato alle quattro del mattino e portato in questura e sono rimasto lì per ore. Ho chiamato i miei genitori. Ero spaventato. Quando sono uscito a notte fonda dagli uffici della polizia ero uno straccio”. Poi ha appreso di essere diventato un “mostro”. “In molti hanno scritto che mi avevano denunciato, che avevo confessato una bravata. Assurdo. Un linciaggio mediatico che non mi merito. E che non merita neppure la mia fidanzata. C’erano commenti tremendi su di noi. Qualcuno ci ha augurato le peggiori cose, come se fossimo dei criminali”. Ora si rivolgerà ad un avvocato: “Voglio capire cosa sia successo. Mi dispiace per tutte quelle persone ferite, ma non è stata colpa mia. Adesso devono trovare i veri responsabili”.