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Tav Torino Lione: salgono i costi, ma il governo chiede spiegazioni

Il Premier ha chiesto una relazione sulla Tav al Senatore Stefano Esposito che in un dossier ha definito il calcolo dei nuovi costi fatto da Rfi “improprio, immotivato ed irresponsabile”.
A cura di Antonio Palma
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È ormai allerta tra le fila del Governo sui costi della già contestatissima Ferrovia Alta Velocità Torino Lione. Dopo le polemiche e le rassicurazioni, infatti, si è scoperto che in poco tempo i costi per realizzare la Tav sono esplosi passando dagli 8,3 miliardi iniziali a 11,9 miliardi. Una somma nettamente superiore a quella prevista inizialmente dal Contratto di programma sottoscritto tra Rfi e ministero delle Infrastrutture e che ha messo in allarme Parlamento e Governo. Del resto lo stesso presidente di Ferrovie Italiane, Messori, ascoltato in audizione in Parlamento non ha saputo dare cifre precise e anzi ha avvertito che il costo definitivo dell'opera "non è determinabile con precisione" così come i futuri ricavi. Come rivela Il Fatto Quotidiano, la circostanza ha innervosito non poco il Premier Renzi che ha dato mandato al vice presidente della commissione Trasporti del Senato, il Pd Stefano Esposito, di consegnargli una relazione dettagliata sui costi della Tav.

"Gonfiare oggi il costo corrente è improprio"

Dalla nota è emerso così che "il nodo della questione è la previsione dei costi di investimento dell’opera". Questi infatti nel 2012 erano stati valutati in "euro costanti" (cioè bloccati fino alla conclusione dell’opera) dalla società italo francese Ltf, mentre Rfi, nel Contratto di programma, li calcola in "euro correnti" (cioè attualizzati al 2014). Ecco che dai 4,8 miliardi, di cui circa 2,9 a carico dell’Italia, si arriva a 6,9 miliardi, 4,1 dei quali sulle spalle del nostro Paese. Un calcolo del tutto improprio, secondo Esposito, perché "non esiste alcuna fonte ufficiale che avalli questo dato" e oltretutto il Cipe "non si è ancora pronunciato sul progetto definitivo di Ltf e gli unici importi disponibili sono al momento espressi in euro costanti". "Gonfiare oggi il costo corrente è improprio, immotivato ed irresponsabile" conclude il senatore che nei prossimi giorni incontrerà Renzi per chiarire la questione.

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