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Taranto, agguato in strada, ucciso uomo di 61 anni: era tornato libero dopo 17 anni di carcere

Cosimo Nardelli, 61 anni, aveva appena parcheggiato il suo scooter quando è stato avvicinato e raggiunto da cinque colpi di pistola: è morto poco dopo l’arrivo in ospedale.
A cura di Davide Falcioni
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Un agguato in piena regola è stato commesso la scorsa notte a Taranto, dove un uomo di 61 anni è stato ucciso con cinque colpi di pistola mentre stava tornando a casa, nei pressi dell'Arsenale della Marina Militare. La vittima si chiama Cosimo Nardelli, aveva appena parcheggiato il suo scooter quando è stato avvicinato e colpito. Trasportato al pronto soccorso dell'ospedale Santissima Annunziata di Taranto con un'auto, è morto poco dopo il suo arrivo. Sulla vicenda indaga la polizia.

Stando a una prima ricostruzione il movente del delitto potrebbe essere una vendetta. Da quanto risulta, infatti, Nardelli era tornato in libertà dopo aver scontato una detenzione di 17 anni di carcere per avere ucciso, a fine agosto 2005, il 27enne Alessandro Cimoli nelle campagne di Faggiano nel Tarantino. Nardelli infierì sul corpo di Cimoli, che aveva precedenti per reati contro il patrimonio. Il giovane fu identificato attraverso un documento di identità aveva negli abiti.

Come detto, l'uomo è deceduto dopo l'arrivo in ospedale. La polizia, che ha effettuato i rilievi, ha trovato il casco di Nardelli poggiato a terra, sul marciapiedi, accanto a un mazzo di chiavi e ha anche ispezionato una vettura che era parcheggiata lì davanti. Indagini sono in corso sul movente, per appurare se c'è un qualche collegamento con il delitto Cimoli o se, eventualmente, Nardelli era rientrato in giri illegali.

A novembre 2008 su richiesta della Dda di Lecce furono arrestate a Taranto sei persone accusate, a vario titolo, di omicidio, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione e tentativo di omicidio. Le manette scattarono anche per Renato Nardelli, fratello di Cosimo, e Matteo Basile, che nel frattempo era diventato collaboratore di giustizia, come presunto mandante dell'omicidio di Alessandro Cimoli. Basile dichiarò di aver partecipato alla spedizione punitiva e di essere stato assoldato da Cosimo Nardelli, condannato con il rito abbreviato, per aiutarlo a eliminare Cimoli. Quest'ultimo avrebbe ricevuto un chilo di cocaina senza poi provvedere al pagamento.

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