Svolta nel caso Cucchi: la frattura della schiena sarebbe vecchia di anni

“Ricovero per caduta accidentale da scale dopo alcolici”, è quanto si legge nel referto del Pertini depositato dalla Procura in corte d’assise che parla di Stefano Cucchi, il giovane romano morto in ospedale nel 2009 dopo essere stato fermato per possesso di droga. Un referto che va a segnare una svolta clamorosa nel processo Cucchi: il documento riporta, infatti, la data del 25 agosto 2003, un ricovero dunque avvenuto ben sei anni prima della morte del giovane. La Procura di Roma l’ha rinvenuto dall’ospedale Pertini e l’ha depositato presso la terza corte d’assise, dove è in corso il processo a carico di tre agenti della polizia penitenziaria e di nove tra medici e paramedici dell’ospedale nel quale Cucchi è morto. Il referto datato 2003 appare importante perché andrebbe a smentire la tesi della parte civile secondo cui quella frattura (la vertebra L3) sarebbe conseguenza del pestaggio che Cucchi ha subito nelle celle sotterranee del palazzo di giustizia da parte dei poliziotti; la causa, dunque, che poi l’ha portato alla morte.
Agenti accusati di lesioni ma non di omicidio – I consulenti dell’accusa hanno confrontato la radiografia dell’epoca e quella successiva al pestaggio e pare che le due lesioni siano perfettamente sovrapponibili. In questo modo andrebbe confermata la linea della Procura secondo la quale gli agenti della polizia penitenziaria devono essere accusati di lesioni ma non, come chiede la famiglia di Stefano Cucchi, di omicidio preterintenzionale. I medici del Pertini che nel 2003 visitarono Cucchi e individuarono la lesione della vertebra L3, scrissero anche che “non si rilevavano lesioni osteotramautiche di data recente”, ciò significherebbe dunque che la rottura della vertebra ritenuta dalla famiglia causa della sua morte sarebbe di epoca ancor più lontana.