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Stupro di gruppo a Lignano, il genitore di un indagato: “Sconvolto e addolorato, aspetto la giustizia”

Sulla vicenda riguardante lo stupro di gruppo avvenuto ai danni di una 18enne a Lignano Sabbiadoro, si è espresso anche uno dei genitori dei 5 indagati. “Siamo sconvolti – spiega -. L’accusa è pesante e noi speriamo solo di sapere la verità grazie alle indagini. Non riesco a commentare oltre queste accuse”. Il padre della vittima, saputo quanto accaduto, aveva fatto irruzione nell’appartamento degli indagati per fronteggiarli.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sono stati accusati di aver violentato una ragazza di 18 anni a Lignano Sabbiadoro. Si tratta di 5 giovani che prima hanno invitato la coetanea a casa loro e poi hanno abusato di lei in gruppo. La vittima conosceva i suoi aguzzini da un paio d'anni, avendoli incontrati proprio lì in vacanza. Ha deciso di raccontare quanto successo prima a un amico bagnino e poi al padre che sconvolto dal racconto ha fatto irruzione nell'appartamento dei 5. "Volevo guardare in faccia i 5 che hanno violentato mia figlia – ha dichiarato in un'intervista -. Di certo non volevo farmi giustizia da solo. Si sono nascosti in bagno e piagnucolavano". Adesso arrivano le dichiarazioni anche il genitore di uno dei cinque in vacanza a Lignano. "L'accusa è pesante – dice sconsolato – e noi da genitori siamo sconvolti. Non riesco a commentare. Ci sentiamo presi in contropiede. Attendiamo che le indagini facciano il loro corso, speriamo che l'attività investigativa ci offra finalmente una chiave di lettura definitiva".

"Mio figlio mi ha fornito una versione diversa – continua – ma aspettiamo di sapere dalla giustizia cosa è successo. Desideriamo che quanto prima sia fatta luce". A difendere il giovane, ancora minorenne, l'avvocato udinese Andrea Sandra. "I genitori del mio assistito sono preoccupati e ansiosi di conoscere la verità. L'accusato sostiene di non aver compiuto alcuna violenza nell'appartamento. Si tratta di un'accusa pesante che va approfondita in tutti i suoi aspetti e le indagini sono solo agli inizi" ha commentato il legale. Gli inquirenti nel frattempo continuano a indagare: per il momento hanno sequestrato i cellulari degli indagati e altro materiale da analizzare, tra cui le lenzuola dei letti dell'appartamento in questione, alla ricerca di tracce biologiche e del DNA. Al vaglio degli investigatori anche le parole della 18enne, sconvolta al momento del suo arrivo in pronto soccorso.

Secondo quanto accertato dagli inquirenti, la giovane sarebbe prima stata costretta ad avere un rapporto orale con uno dei ragazzi e poi invitata verso casa. "Pensiamo che l'abbiano blandita. Probabilmente hanno approfittato della sua fragilità – spiega il vice questore di Udine, Massimiliano Ortolan, che coordina le indagini -. La versione che lei ci ha fornito è molto verosimile". Adesso il pm dovrà decidere se ascoltare nuovamente la ragazza, provata ovviamente dall'accaduto e dal dolore del genitore, alla presenza di una psicologa, così come richiesto dagli investigatori.

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