Streaming pirata nel locale pubblico: da Cagliari scatta maxi operazione che arriva fino agli Stati Uniti

Il complesso sistema è stato scoperto trovando una Firestick utilizzata per lo streaming illegale in un ristorante del cagliaritano. I tre soggetti che gestirebbero il sistema sarebbero in Sicilia, Puglia e Lombardia: le loro abitazioni sono state perquisite. Ma le ramificazioni arrivano fino agli Stati Uniti e all’Olanda.
A cura di Bianca Caramelli
11 CONDIVISIONI
Immagine

È partita in questi giorni una maxi operazione della Guardia di finanza di Cagliari contro la pirateria video. Per combattere lo streaming illegale di contenuti a pagamento, e tutelare dunque il diritto d'autore, i finanzieri del capoluogo sardo hanno eseguito delle perquisizioni in varie regioni italiane.

Come riferito a Fanpage.it da fonti della Finanza, l'operazione è partita dopo un controllo di routine effettuato in un ristorante di Quartu Sant'Elena, un comune della città metropolitana di Cagliari. Nello svolgere le normali operazioni, i finanzieri hanno notato che il palinsesto offerto dal televisore del locale sembrava pirata.

Insospettiti, hanno dunque sequestrato l'apparecchio Firestick collegato alla Tv per analizzarlo. Nelle operazioni di decriptazione è emerso che i soggetti che a monte gestiscono l'attività illegale di streaming si troverebbero in Lombardia, Puglia e Sicilia. Sono in totale dieci gli indagati. Nove di loro avrebbero venduto dei pacchetti di streaming abusivo per 50 o 60 euro all'anno.  Nella mattina del 17 settembre sono state effettuate delle perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici di tre soggetti, collocati a Golasecca in provincia di Varese, a Brindisi in Puglia, a Favara e Aragona in Sicilia.

I finanzieri hanno in questo modo sequestrato i materiali tecnologici utilizzati per gestire l'attività criminosa. Si tratta di chiavette Usb e decoder modificati in modo tale da captare i segnali dei servizi di streaming a pagamento, e trasmetterne dunque i contenuti.

Ma le indagini sono ancora in corso, perché da quanto emerso finora, l'apparato di pirateria sarebbe molto complesso: consterebbe di fornitori di contenuti, una rete di distribuzione e server. Il sistema arriverebbe addirittura oltre i confini nazionali, con ramificazioni anche negli Stati Uniti e nei Paesi Bassi. La Guardia di finanza sta appunto collaborando con le autorità statunitensi così come con quelle olandesi attraverso l'Ordine di indagini europeo. È ancora in corso quest'attività di indagine, volta a "risalire lungo la catena della contraffazione audiovisiva".

Secondo il Comando della Guardia di finanza di Cagliari "questa operazione rappresenta un tassello fondamentale nella lotta contro la pirateria audiovisiva". Gli obiettivi sarebbero due: da un lato individuare le organizzazioni criminali che operano a monte per mettere in piedi l'apparato illegale, dall'altro individuare e identificare chi ne fruisce, in modo da sanzionarli sia dal punto di vista amministrativo che da quello penale.

11 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views