video suggerito
video suggerito
Omicidio Altavilla Milicia a Palermo

Strage Altavilla, omicidio del bimbo di 5 anni annunciato su Messenger, interrogato e condannato: “A morte”

Agli atti del processo messaggi e conversazioni tra gli imputati per la strage di Altavilla Milicia, impegnati in quello che doveva essere un rito di purificazione anti satana. Contro Giovanni Barreca e la coppia Sabrina Fina e Massimo Carandente, chat telefoniche e alcune immagini video di quei terribili giorni del febbraio 2024 in cui furono uccisi in casa, dopo terribili torture, Antonella Salamone e i figli di 5 e 16 anni.
A cura di Antonio Palma
734 CONDIVISIONI
Fiori e pupazzi davanti la villetta della strage – Luisa Santangelo/Fanpage.it
Fiori e pupazzi davanti la villetta della strage – Luisa Santangelo/Fanpage.it
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Sottoposto a un vero e proprio interrogatorio, costretto a confessare di essere stato mandato dal demonio dopo numerose torture e condannato a morte, così è stato ucciso il piccolo Emmanuel di 5 anni, una delle vittime della strage di Altavilla Milicia a Palermo, insieme alla madre e al fratello di 16 anni, avvenuta nel febbraio dell’anno scorso nella casa di famiglia. È quanto è emerso nel processo in corso a Palermo contro il padre, Giovanni Barreca, e una coppia di suoi amici, Sabrina Fina e Massimo Carandente.

La morte del bimbo annunciata in alcuni messaggi

Agli atti del processo messaggi e conversazioni tra gli imputati impegnati in quello che doveva essere un rito di purificazione anti satana, ma anche alcune immagini video di quei terribili giorni tra il 3 e il 10 febbraio 2024 in cui nella villetta di contrada Granatelli si sono consumati tre delitti e terribili torture. Come racconta la Gazzetta del Sud, in uno dei filmati viene ripreso proprio il piccolo Emmanuel interrogato dagli adulti. “Chi ti ha mandato?” chiedono al bimbo terrorizzato che risponde sussurrando: “Il diavolo”.

Come ricostruito dagli inquirenti, la morte del bimbo di 5 anni, era stata preceduta da atroci torture che, secondo il padre e la coppia, doveva servire come rito di "purificazione", per "liberare" il bambino dai demoni. Ad annunciare la condanna a morte del piccolo e della madre Antonella Salamone, anche lei accusata di essere posseduta dal demonio, sarebbero stati alcuni messaggi che Massimo Carandente, uno degli imputati della strage di Altavilla Milicia, aveva inviato a una serie di contatti su Facebook e Messenger.

"Pace, fratello, purtroppo Satana, Jezebel, lo spirito della morte, incredulità e oltre 4 mila demoni, una legione, si sono portati prima la moglie e poi il bambino" scriveva il presunto “santone” ad alcuni contatti che non hanno mai denunciato quelle comunicazioni. “A morte” scriveva invece Sabrina Fina in un inquietante messaggio a Massimo Carandente cinque giorni prima della strage.

Per gli inquirenti, quel messaggio di condanna del 3 febbraio sarebbe stato il preludio del delirio e della violenza avvenuta nella villetta per mano della coppia e di Giovanni Barreca con la partecipazione della figlia più grande dell’uomo, già condannata in primo grado a 12 anni e 8 mesi nel processo separato davanti al Tribunale dei minori.

Da sinistra, Giovanni Barreca, Sabrina Fina e Massimo Carandente.
Da sinistra, Giovanni Barreca, Sabrina Fina e Massimo Carandente.

Antonella Salamone chiamò il 112 prima di essere uccisa ma si pensò a uno scherzo

La prima a essere uccisa era stata la madre dei bimbi, la 40enne Antonella Salamone. La donna, sequestrata e torturata in casa sua dal marito e dai due fanatici religiosi, l'8 febbraio è stata assassinata e poi bruciata nel giardino della villetta. Un omicidio che forse poteva essere evitato secondo quanto emerso dal processo. La donna infatti nella notte tra il 6 e il 7 febbraio 2024, alle 2,27, era riuscita ad afferrare un telefono e a chiamare il 112.

"Aiuto carabinieri, aiuto" aveva detto Antonella Salamone nella brevissima chiamata registrata dai centralini delle forze dell'ordine. Poi la chiamata si era interrotta e gli operatori avevano provato a richiamare, ma nessuno aveva risposto e la cosa era stata ritenuta uno scherzo.

Dopo di lei era stato torturato e assassinato il piccolo Emmanuel, di cinque anni, ritenuto posseduto dai demoni dai tre imputati. "Ma il Signore è pronto a fare il miracolo e a resuscitare il bambino di 5 anni di nome Emmanuel, ma bisogna credere" scriveva Carandente in un messaggio. In un audio su Messenger, rivolto a un'altra persona, l’uomo aveva spiegato invece che la donna era finita all'inferno "perché non ha creduto", mentre il bambino era certamente "in paradiso". L’ultima vittima della strage fu l’altro figlio sedicenne di Barreca, Kevin, anche lui torturato poi ucciso perché ritenuto indemoniato.

734 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views