Stipendi estratti a sorte in una scuola di Prato. La preside: “Non ci sono soldi”

La preside dell'Istituto Pacetti, una scuola di Prato, ha dovuto estrarre i nomi del personale che ha ricevuto lo stipendio del mese di novembre. In cassa, infatti, aveva appena 5mila euro, insufficienti a soddisfare tutti le 18 persone che ne avrebbero avuto diritto, tra insegnanti e personale Ata. Non una lira di più. Come fare, quindi? In cinque (4 docenti e un impiegato) sono stati estratti a sorte, mentre per gli altri 13 è il caso di dire "Ritentate, sarete più fortunati". In alternativa avrebbe potuto dare 277 euro a testa, ma alla fine ha preferito rilasciare degli stipendi pieni.
Non è la prima volta che accade. Era successo anche a Grosseto, al liceo linguistico Rosmini, quando di 11 insegnanti solo 5 avevano potuto ricevere lo stipendio per mancanza di liquidità. Seguirono polemiche furiose e dovette intervenire la Regione Toscana, che anticipò i soldi al posto del Ministero dell'Istruzione. Caso analogo ad Avigliana, dove il preside ha erogato i salari a 5 supplenti, lasciando tutti gli altri a secco.
Non si tratta, dunque, di casi isolati. I sindacati da mesi cercano di sollecitare il ministero a una maggiore puntualità nel fornire gli istituti del denaro necessario, ma da Roma hanno fatto sapere: "Il Miur ha coperto le prestazioni per le supplenze brevi fino al 31 ottobre e in buona parte fino al 30 novembre per mancanza di disponibilità sul capitolo supplenze. La parte mancante sarà comunque pagata a gennaio come già assicurato in forma scritta alle scuole. La scelta di estrarre a sorte i supplenti da pagare non è la procedura da seguire: vanno pagati in ordine cronologico, in base, cioè, alla data di inizio della supplenza".