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Omicidio Sara Campanella

Stefano Argentino morto suicida, al via la perizia sul personale del carcere: “Si cercano eventuali negligenze”

Nominato il perito chiamato a far luce sul suicidio di Stefano Argentino, il ragazzo che ha ucciso a coltellate Sara Campanella: dovrà dire se nel comportamento del personale in carcere che ha seguito Argentino sono state evidenziate negligenze e imprudenze.
A cura di Giorgia Venturini
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Il prossimo 13 ottobre inizierà una perizia per trovare o meno qualche negligenza nel lavoro dei sette indagati dalla Procura di Messina per il suicidio in carcere di Stefano Argentino, il ragazzo che il 31 marzo ha ucciso a coltellate Sara Campanella. Per lui doveva iniziare il processo a settembre ma si è tolto la vita in cella ad agosto.

Gli indagati sono i vertici del carcere in cui l’indagato era detenuto (la direttrice e la vice direttrice del carcere messinese di Gazzi) e altri specialisti come psicologi e psichiatri che hanno avuto in cura Argentino. Il consulente nominato è il dottore Nicola Pangallo, ovvero il medico psichiatra coordinatore della medicina penitenziaria dell'Asp di Reggio Calabria. Ma cosa dovrà fare il perito?

Stando alle carte del Tribunale, il consulente al termine del suo lavoro dovrà dire se nel comportamento del personale che ha seguito Argentino (quindi non solo gli indagati ma tutti quelli che lo avevano in cura) sono state evidenziate negligenze e imprudenze. E ancora: "Se nello svolgimento della propria attività si siano attenuti a linee guida e buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica, specificando quali siano le linee guida dei centri nazionali di riferimento per la patologia di interesse, e se lo scostamento abbia inciso causalmente sull'evento". Infine, "nel caso di rilievo di eventuali comportamenti colposi indichi nominativamente a chi siano ascrivibili".

Si continua a indagare. Dopo la notizia del suicidio di Argentino Lucia Risicato, garante dei detenuti di Messina, a Fanpage.it aveva commentato quanto accaduto esprimendo "profonda tristezza". Si tratta di un "dramma a cui il Parlamento e il governo sono indifferenti". E poi la garante aveva precisato: "Era in alta sorveglianza fino a 15 giorni fa. Ora c'è un'indagine in corso per cui sarà la magistratura a chiarire cosa sia successo: bisogna capire soprattutto perché non è stato ritenuto più a rischio suicidio".

Stefano Argentino aveva fin da giorno dell'omicidio manifestato la sua intenzione di togliersi la vita. Stando a quanto si legge nelle note sul cellulare del ragazzo, tutto però era stato già nella sua testa pianificato. A ottobre 2024 scriveva: "Provo a parlarle, ma continua a non fare niente. Proverò per un’ultima volta ad avvicinarmi, ma alla fine l’esito sempre quello sarà… la uccido e mi suicido". Così purtroppo è accaduto.

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