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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Stasi e la parafilia: cosa è emerso dalle consulenze e perché c’entrerebbe col movente di Garlasco

In una relazione del febbraio 2024, di cui si è venuti a conoscenza con il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza che ad aprile ha concesso la semilibertà ad Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, il 41enne mostrerebbe una tendenza alla parafilia. Di cosa si tratta e cosa c’entra con il movente del delitto di Garlasco.
A cura di Eleonora Panseri
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Secondo gli psicologi del carcere di Bollate, Alberto Stasi mostrerebbe una tendenza alla parafilia. Una condizione che non determinerebbe un vero e proprio disturbo, visto che l'uomo, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi (uccisa a Garlasco nel 2007), non mostrerebbe i "requisiti che normalmente conducono alla diagnosi".

Tuttavia, a questa tendenza potrebbe essere riconducibile il "movente o quanto meno l'occasione del delitto". È quanto si legge in una relazione del febbraio 2024, di cui si è venuti a conoscenza solo con il provvedimento della Sorveglianza dello scorso aprile, quando il Tribunale ha concesso la semilibertà al 41enne, che nei giorni scorsi è stata pubblicata da diversi quotidiani.

La parafilia è la tendenza ad avere interesse sessuale per per situazioni o stimoli insoliti o non tradizionali. A differenza dei disturbi veri e propri legati alla sfera sessuale, queste disfunzioni non sono considerate patologiche.

La relazione su Stasi: "Ossessiva visione di materiale pornografico anche raccapricciante e violento"

Nella relazione su Stasi si parla della sua "ossessiva visione di materiale pornografico […] fino alla sua meticolosa catalogazione nel pc, con tratti francamente eccessivi anche per un giovane alla scoperta della sessualità". Materiale che, in alcuni casi, sarebbe stato anche "raccapricciante e violento".

E questi aspetti potrebbero essere in parte ricondotti, come già anticipato, al movente del delitto.

"Colpisce anche come, nella valutazione dell'empatia ed emotività, non vi siano accenni – si legge ancora – a quanto provato nel passato e nel tempo nei confronti dei genitori e parenti della vittima, o a sentimenti di rabbia, alle cause sottese e alle strategie di gestione".

Sul punto, la relazione dello psicologo del carcere – che affronta il tema con Stasi – pur nella consapevolezza di non poter esprimere giudizi di natura psichiatrica, "si sofferma sulla possibile diagnosi di parafilia, ossia di ricerca del piacere sessuale attraverso modalità non convenzionali, ma conclude con l'affermare la sola presenza dei tratti di tale psicopatologia, in assenza dei requisiti che normalmente conducono alla diagnosi di vero e proprio disturbo parafilico".

E anche la Cassazione, confermando la sentenza di condanna (arrivata dopo due assoluzioni), ha confermato il fatto che Stasi deteneva sul suo computer "migliaia di immagini e file a contenuto pornografico". Anche se, prima della recente relazione, che sembra collegare movente e tendenze alla parafilia del 41enne all'omicidio, non era mai stato fatto un collegamento così netto.

Il video intimo di Poggi e Stasi, il fratello di lei: "Sapevo della sua esistenza"

Di recente si è parlato del fatto che, tra i tantissimi filmati conservati da Stasi, ci sarebbe stato anche video intimi tra lui e la fidanzata e che uno di questi potrebbe essere stato visto da qualcuno, oltre che dagli stessi protagonisti. Sarebbe un'ipotesi su cui potrebbero star lavorando gli investigatori che sono tornati a occuparsi sul caso.

Pochi mesi fa infatti, a marzo, è stato indagato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, Marco Poggi. L'accusa è di omicidio in concorso (con Stasi o altri). Del video intimo parlò proprio il fratello di Chiara, all'epoca 19enne, sentito a verbale dai carabinieri il 18 ottobre 2007, alcune settimane dopo l'omicidio.

Andrea Sempio a Quarto Grado
Andrea Sempio a Quarto Grado

"Durante la trasmissione del telegiornale delle 13.30 di Studio Aperto ho avuto modo di constatare che la giornalista parlava dell'esistenza di un video" tra Alberto e Chiara. "Era presente mio padre, che ascoltando la notizia dell'esistenza di un filmato, replicava dicendo che i giornalisti stavano diffondendo un'altra bugia. Replicai all'affermazione di mio padre riferendogli che la notizia era in parte vera in quanto ero a conoscenza dell'esistenza di un video che riprendeva Alberto e Chiara", aveva raccontato Poggi.

"Effettivamente circa un anno prima, ma non sono in grado di indicarvi esattamente la data né tantomeno il mese, nel portarmi presso la camera da letto di mia sorella per poter utilizzare il computer per navigare in internet, constatavo che la Chiara aveva lasciato accesso il computer e lo stesso era ancora collegato in Internet. Preciso che nel contempo Chiara che si trovava nel salone, mi riferiva che stava scaricando un file dal computer di Alberto con il quale era collegato via internet tramite il programma Msn", aveva aggiunto.

"Dalla finestra del programma Msn aperta, ho letto i messaggi che si sono scambiati in quell'occasione Chiara e Alberto. Non ricordo, visto il tempo trascorso, esattamente i messaggi dei due ma posso solo dirvi che dal loro contenuto, anche se non completamente esplicito, intuì che il file che Chiara stava scaricando in quell'occasione doveva contenere immagini relative alla loro intimità".

Più avanti nel verbale si legge: "Non ho avuto la certezza in quanto non ho visto alcuna immagine del video né in quell'occasione né nei giorni successivi. Ricordo che nel periodo immediatamente antecedente a quanto sopra riferitovi, Chiara ed Alberto erano stati in vacanza per alcuni giomi in Spotorno, in Liguria, dove Alberto è proprietario di un abitazione".

Marco Poggi aveva riferito poi che "dopo i funerali della Chiara, durante una mia visita presso il cimitero di Pieve Albignola (PV) in compagnia di Alberto e dei miei genitori, ho chiesto ad Alberto se era in possesso di qualche video in cui era stata ripresa mia sorella aggiungendo altresì che avevo avuto modo di intuire dell'esistenza almeno di un video".

Al che Stasi avrebbe confermato l'esistenza di questo video, "e sorridendomi mi diceva che lo stesso era attinente alla loro intimità. – aveva proseguito il fratello di Chiara – Alberto precisava che non essendo in possesso di una videocamera, aveva registrato quell'unico video con una fotocamera digitale per cui le immagini non erano proprio nitide".

"Rappresentai ad Alberto il mio desiderio di avere quel video di mia sorella e se lo stesso poteva eliminarvi le scene intime dei due. Alberto mi rispose che non era in grado di eliminarle, per cui mi avrebbe consegnato l'intero filmato, in quanto, ero, a suo dire, più bravo nell'uso del computer".

Questo video resta uno dei tantissimi elementi che compaiono nella vicenda, citati dai vari media, in questo caso il settimanale Giallo, ma che non sono mai stati chiariti fino in fondo. Il settimanale fa inoltre notare che sul computer della vittima giocavano ai videogiochi gli amici di Marco, tra cui Andrea Sempio. "I ragazzi potrebbero essere venuti a conoscenza del video intimo di Chiara? Questa informazione può aver fatto venire a qualcuno di loro qualche strana idea sulla ragazza?", è la domanda.

Intanto, il fine-pena teorico per Stasi è previsto nel 2030 ma, come ogni detenuto che dimostri la sua "buona condotta", lo scomputo di 45 giorni di ‘liberazione anticipata' ogni 6 mesi di carcere lo potrebbe far diventare un uomo libero già nel 2028. 

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