Staminali, dopo Sophia muore un’altra paziente in attesa delle cure

Anna Umidetti, una donna di Torre Annunziata malata di Sla e in attesa delle cure con il metodo Stamina, non ce l’ha fatta. È morta così un’altra paziente che da oltre un mese dal via libera del giudice aspettava l’inizio della terapia. Si tratta di un decesso che arriva in seguito a quello della piccola Sophia, la bambina affetta da una rara malattia degenerativa che, come quest’ultima paziente, aveva vinto il ricorso per essere curata con le staminali. La notizia della morte di Anna Umidetti è stata resa nota da Davide Vannoni, il presidente della Stamina Foundations. Vannoni ha anche voluto commentare quanto accaduto sulla sua pagina Facebook: l’ha fatto, usando parole molto dure, con una lettera idealmente indirizzata alla paziente morta. Una lettera dove Vannoni chiede scusa alla signora Umidetti: “Gentile sig.ra Anna, scrivo queste poche righe per chiederLe pubblicamente scusa. Mi dispiace veramente tantissimo di questi ritardi dovuti alle liste di attesa degli Spedali Civili di Brescia che preferiscono lasciare agonizzare per mesi le persone piuttosto che inserire nel laboratorio due nuovi incubatori da 5000 euro l'uno che, tra l'altro, Stamina gli presterebbe gratuitamente”. Vannoni scrive della “burocrazia che ha i suoi tempi” e che non è possibile “soffermarsi sui singoli casi”.
“Cara Anna, se può, La prego, ci perdoni tutti” – Rivolgendosi sempre ad Anna, continua: “Capisco la difficoltà a respirare e a deglutire, capisco le piaghe e i dolori, ma non se ne abbia, il tempo passerà e speriamo tutti che qualcuno, a un certo punto, capirà”. Il presidente della Stamina Foundations nel suo messaggio di scuse dice di sapere che la paziente ha vinto un ricorso e che ha acquisito un diritto ad accedere alle cure, sa che “la sua famiglia si è stretta vicino a Lei in questa ultima speranza”. Poi fa un riferimento alla malattia: “Non si curi di quei vigliacchi che si nascondono dietro un dito, strumentalizzando la scienza, la compassione e una inutile esasperazione della sicurezza, tanto qualunque cosa succeda sarà sempre colpa della malattia, nel suo caso della Sla. Non si preoccupi sono persone meschine che parlano senza sapere”. E conclude chiedendo, ancora una volta, perdono: “Non credo che queste persone che le hanno impedito di curarsi avranno il coraggio di guardarLa negli occhi, neppure in foto. Cara Anna, se può, La prego, ci perdoni tutti. Abbia pietà per la stupidità e l’egoismo che contraddistingue tanti di noi, quella pietà che a Lei è stata negata”.