Solo tre oggetti potrebbero confermare o smentire la verità sull’omicidio di Garlasco: ma sono spariti tutti

Venerdì 16 maggio ci sarà l'udienza sull'incidente probatorio sul caso di Garlasco. In Tribunale a Pavia giureranno il perito genetista, ovvero la dottoressa Denise Albani, e il perito dattiloscopico, il tecnico Domenico Marchigiani. Sarà l'occasione anche per i vari avvocati di formulare i loro quesiti. Perché c'è sicuramente almeno ancora una cosa poco chiara in tutto ciò: cosa verrà analizzato? Insomma, cosa si farà in questo incidente probatorio?
Sono passati quasi 18 anni da quando Chiara Poggi è stata uccisa nella villetta di famiglia a Garlasco. Da allora, dopo un lungo processo, è stato condannato in via definitiva Alberto Stasi, il fidanzato della vittima, mentre sono state più volte riaperte le indagini su Andrea Sempio, ovvero l'amico del fratello di Chiara Poggi: nei suoi confronti c'è già stata un'archiviazione nel 2017 e nel 2020. Nei mesi scorsi è stato aperto un nuovo fascicolo su di lui che lo vede accusato di omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Stasi. Questo incidente probatorio sembra però l'occasione per rianalizzare tutto e ritornare sul caso. Al vaglio dei periti ci saranno i reperti recuperati sulla scena del crimine e che sono ancora a disposizione degli investigatori: tra questi ci potrebbero essere degli oggetti "inediti" per i genetisti, come il contenitore del Fruttolo e dell'Estathé trovati in casa e tra i rifiuti. Ad oggi però è difficile capire cosa potranno svelare.
Come finirà questo filone staremo a vedere ma per i genetisti e professionisti che lavorano sul caso del 2007 le tracce trovate sulla scena del crimine sono state analizzate tutte. Non sono state associate a qualcuno solo quelle trovate sul cartone della pizza consegnata nella villetta la sera prima. Stando a fonti di Fanpage.it, le tracce che non sono state messe sotto esame sono quelle che giuridicamente non avrebbero dato luogo a nessun eventuale elemento utile alle indagini. Per le sentenze quindi gli elementi raccolti sulla scena del crimine non portano quindi a una verità diversa. Così come non ci sarebbe nessun sicario, come ipotizzato dall'avvocato di Andrea Sempio e la cui ipotesi non è stata mai supportata dalla difesa di Stasi.
Gli unici oggetti che sarebbero utili a riconfermare o eventualmente smentire la verità processuale sarebbero quelli non trovati sulla scena del crimine ma che ricondurrebbero a quella. Ovvero: l'arma del delitto, due asciugamani e le scarpe dell'assassino (per le sentenze Alberto Stasi) che hanno calpestato le macchie di sangue in casa Poggi. Tutti utili ma mai rinvenuti.
A partire proprio dall'arma del delitto: stando all'autopsia si tratterebbe di un martello, che inoltre il padre di Chiara Poggi ha detto fin da subito che mancava da casa. Nulla confermerebbe però al 100 per cento l'arma del delitto, proprio perché non è stata ritrovata. Così come dalla casa dopo l'omicidio sono mancati due asciugamani: forse l'assassino li ha usati per pulire il sangue?
Ma perché questo incidente probatorio parte da un indagine su Andrea Sempio? Il centro di tutto sono sempre le analisi eseguite dal perito Francesco De Stefano sulle unghie di Chiara Poggi nel 2014. Il professore a Fanpage.it aveva detto: "Il dna presente in tutto il tessuto ungueale di Chiara Poggi che abbiamo analizzato era riferibile alla vittima. Era talmente tanta la sproporzione tra il dna di Chiara Poggi e il dna maschile che anche i test – fatti insieme con tutti i dna – erano risultati negativi per la presenza di dna maschile. Solo quando abbiamo provato a fare un'analisi che si rivolgesse al cromosoma Y abbiamo avuto qualche risultato". Per De Stefano però non c'è nessun dna pulito e completo che potesse essere sufficiente per portare avanti delle accuse nei confronti di qualcuno diverso dall'imputato. Per la difesa di Alberto Stasi – che ha riaperto il caso presentando in Procura una nuova valutazione delle analisi – il dna è di Andrea Sempio. Non resta ora che attendere l'avvio e i risultati dell'incidente probatorio che arriveranno, stando alle comuni tempistiche, dopo l'estate.