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“Simona Riso violentata da bambina”: ai pm le prove degli abusi

Simona, la giovane morta a Roma lo scorso 30 ottobre, era stata violentata quando era poco più che una bambina. I pm, che indagano per omicidio volontario pur non escludendo l’ipotesi suicidio, hanno acquisito le cartelle cliniche redatte dagli psicologi che l’avevano curata in passato.
A cura di Susanna Picone
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Proseguono le indagini della procura sulla morte di Simona Riso, la ragazza di 28 anni di origini calabresi trovata in fin di vita, la mattina del 30 ottobre scorso, nel cortile del condominio in cui abitava a Roma. Simona sarebbe poi morta nell'ospedale San Giovanni. Per spiegare le cause della sua morte i magistrati stanno indagando sul passato della giovane calabrese. La ragazza, poco prima di morire, aveva risposto positivamente alle domande dei medici in merito a una presunta violenza sessuale subita. Così, seguendo la pista dell'abuso, i magistrati sono andati a recuperare i documenti relativi al passato della ragazza, che era stata in cura in diversi centri psichiatrici. Si tratta di verbali e cartelle stilate dai medici che avevano conosciuto Simona. Carte dalle quali emerge, a quanto pare, la traccia di una violenza sessuale subita.

Abusi che forse avevano spinto la giovane a lasciare la Calabria e a trasferirsi altrove. Secondo il quotidiano Il Messaggero, Simona era stata curata più volte a Villa Armonia a Roma dopo essersi tagliata i polsi. Proprio in quella struttura uno psicologo avrebbe ricevuto le sue confessioni: “Sono stata violentata, non una volta ma spesso, quando ero più piccola”. L'inchiesta del pm Attilio Pisani, coordinato dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, mira ora a ricostruire la presunta violenza sessuale raccontata da Simona. I magistrati vogliono accertare i fatti e metterli in connessione con la morte della 28enne a Roma. Intanto la procura continua a indagare con l’ipotesi di omicidio volontario pur non escludendo l’ipotesi del suicidio.

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