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Simona Riso: il giallo dei messaggi inviati prima della morte

Gli inquirenti si interrogano anche sulla posizione del cugino della vittima e dei due coinquilini francesi, ignari che la ragazza era in fin di vita nel cortile dell’abitazione malgrado il subbuglio che si era creato nel palazzo.
A cura di D. F.
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Il giallo della morte di Simona Riso, ragazza di 28 anni il cui corpo agonizzante è stato ritrovato nel cortile della sua abitazione del quartiere Appio di Roma una settimana fa, è a un punto di svolta decisivo. Gli inquirenti, che stanno indagando sull'ipotesi di omicidio volontario, vogliono vederci chiaro sulla posizione di 4-5 persone, le ultime ad aver visto la vittima. Il primo è il cugino – Francesco Stagno – che ha raccontato della depressione e dei farmaci presi dalla 18enne, ventilando l'ipotesi del suicidio. Poi ci sono i due francesi – studenti a Roma per l'Erasmus – coinquilini di simona nell'appartamento di via Urbisaglia. Mercoledì scorso – quando i carabinieri hanno citofonato alla porta dell'abitazione della vittima – nella casa c'erano solo la ragazza francese e Stagno. Entrambi erano ignari di tutto: non sapevano che la ragazza fosse morta e tutto il palazzo in subbuglio. Mancava dunque l'altro francese, uscito di buon'ora per andare all'università. Possibile che non si sia accorto che il corpo di Simona giaceva nel cortile? E possibile che non si sia insospettito, vedendo l'arrivo di soccorritori e gli inquilini del palazzo che scendevano le scale? Ma gli inquirenti intendono anche rintracciare gli infermieri del 118 arrivati sul posto, gli ultimi ai quali la ragazza ha parlato dicendo quel "mi hanno violentata" mai più ripetuto successivamente al pronto soccorso e comunque smentita come ipotesi da tutti gli accertamenti. Dunque, cosa ha detto la ragazza prima di morire, visto che non ha subito nessuna violenza sessuale?

Si tratta, come è evidente, di informazioni cruciali nello svolgimento delle indagini. Intanto la famiglia di Simona ha fatto sapere attraverso il suo avvocato Sebastiano Russo di volersi affidare a un investigatore privato: "Vogliamo anche capire – ha detto il legale – se siano stati veramente commessi errori medici al San Giovanni, acquisiremo la cartella clinica. Se le cose stanno veramente così, si tratta di una doppia tragedia". Nel frattempo i carabinieri stanno passando al setaccio i profili di Simona sui social network, gli sms e whatsapp: in particolare quest'ultimo è stato attivo fino a tarda notte, malgrado la ragazza avesse dovuto svegliarsi alle 4 e 30 per andare a lavorare in un hotel dell'Eur.

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