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Si rifiuta di percorrere 50 km per consegnare un panino, “sanzionato” rider di Portogruaro

Al fattorino era stato richiesto di consegnare un ordine da Burger King, situato nel centro commerciale Adriatico 2 di Portogruaro, fino a una località distante ben 25 chilometri. Un tragitto di andata e ritorno pari a cinquanta chilometri complessivi.
A cura di Davide Falcioni
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Il caso ha dell’incredibile: a un fattorino è stato richiesto di consegnare un ordine da Burger King, situato nel centro commerciale Adriatico 2, fino a una località distante ben 25 chilometri. Un tragitto di andata e ritorno pari a cinquanta chilometri complessivi, per una retribuzione di una manciata di euro, probabilmente inferiore persino al costo del panino che avrebbe dovuto trasportare. Quando il lavoratore ha rifiutato, secondo quanto riferito dai suoi colleghi al Corriere della Sera, si sarebbe visto disattivare il palmare aziendale Deliveroo, strumento indispensabile per ricevere ordini e lavorare. Un gesto interpretato come una vera e propria sanzione.

L'episodio ha suscitato un'immediata reazione tra gli altri rider, che hanno dato vita a uno sciopero spontaneo. "Siamo stanchi di questo ricatto", ha dichiarato Massimo Bastia, tra i promotori della protesta. "Già a novembre avevamo denunciato problemi analoghi, tra cui stipendi insufficienti e disattivazioni punitive. Ora si è superato ogni limite. Non effettueremo più consegne per Burger King finché il responsabile del punto vendita non presenterà pubblicamente le sue scuse".

La protesta mette nuovamente sotto i riflettori le condizioni di lavoro nel settore del food delivery, esploso durante la pandemia, ma rimasto fermo sul fronte dei diritti. I rider, ormai parte integrante del paesaggio urbano, continuano a lamentare compensi irrisori, turni estenuanti e la totale assenza di tutele contrattuali. "Le richieste crescono, ma le garanzie restano al palo", denunciano i sindacati.

Ad oggi gli unici lavoratori del settore ad avere un contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) sono quelli di Just Eat, che nel 2021 l'hanno siglato con CGIL, CISL, UIL; si tratta del primo accordo in Italia (e uno dei pochi in Europa) che riconosce i rider del food delivery come lavoratori dipendenti a tutti gli effetti, superando quindi il modello dei lavoratori autonomi o “a cottimo”. Al contrario di quelli di Just Eat i lavoratori e le lavoratrici impiegate con Deliveroo, Uber Eats o Glovo sulla carta appaiono come dei liberi professionisti che gestiscono autonomamente il proprio lavoro; in realtà però sono soggetti ai tempi e agli algoritmi stabiliti dalle piattaforme.

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