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Sequestro milionario a Trieste, 900mila shampoo e deodoranti contraffatti: come sono stati riconosciuti

Nel porto di Trieste la Guardia di Finanza ha sequestrato 900mila prodotti contraffati. La merce era suddivisa in due container ed era diretta in Austria. La Procura continua ad indagare in tutta Europa.
A cura di Andrea Scordino
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La Guardia di Finanza insieme all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha sequestrato nel porto di Trieste 900mila confezioni contraffatte di shampoo e deodoranti.

Il maxisequestro è avvenuto nel corso di una regolare analisi di rischio condotta dai nuclei specializzati in servizio nel porto di Trieste, che ogni settimana ispezionano 16mila container provenienti da paesi non UE. La merce contraffatta era suddivisa in due container provenienti dal porto turco di Mersin, diretti poi verso una società austriaca con sede a Neudorf. Nel primo, le fiamme gialle hanno rinvenuto migliaia di confezioni di shampoo con delle etichette anonime che riportavano dati generici sul prodotto. Nel secondo container, invece, sono state trovate 600mila etichette contraffate di un nota marca di shampoo da applicare poi sulle confezioni, così da rendere indistinguibile la merce falsa dall’originale. I prodotti contraffati erano però più di uno. All’interno del container, i militari hanno trovato anche 147mila confezioni di deodoranti contraffati già pronti per essere venduti.

I prodotti sequestrati sono stati analizzati e sottoposti con l’aiuto delle aziende titolari dei marchi ad una perizia tecnica che ne ha confermato la contraffazione.

Secondo le prime stime, i ricavi ottenuti dalla vendita dei prodotti si sarebbe aggirato intorno a un milione di euro.

Le indagini della procura di Trieste non si fermano e continuano verso i porti europei per risalire ai destinatari della merce contraffatta.

La Guardia di Finanza precisa che la contraffazione del prodotto è solo l’ultimo tassello di una serie di fenomeni illeciti come la diffusione del lavoro nero, l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro che mirano al rafforzamento della criminalità organizzata. In questo caso specifico, vista la natura dei prodotti sequestrati, l’obiettivo primario è proteggere il mercato e i consumatori dalla circolazione di articoli potenzialmente pericolosi per la salute.

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