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Covid 19

Scuola, da oggi in classe anche le superiori nell’Italia quasi tutta zona gialla: ma non in Sicilia

Da oggi lunedì 1 febbraio riparte la scuola italiana: tornano in classe anche gli studenti delle superiori in tutte le Regioni dopo mesi di stop, seppur in presenza al 50%, tranne che in Sicilia, dove bisognerà aspettare un’altra settimana. In Puglia, Campania e Calabria possibilità per le famiglie di scegliere se mandare i figli in classe o farli ancora collegare al Pc in Dad.
A cura di Ida Artiaco
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Nell'Italia quasi tutta in zona gialla, ad eccezione di cinque Regioni, e cioè Sardegna, Sicilia, Umbria, Puglia e Provincia autonoma di Bolzano, da oggi riparte la scuola. Oltre sette milioni di studenti in totale dal primo febbraio torneranno infatti in presenza in aula, dall'asilo alle superiori, anche nelle sette Regioni che avevano deciso di posticiparne il ritorno in classe a causa della situazione epidemiologica, indipendentemente dal colore della propria zona. Così dopo mesi di stop potranno tornare in presenza gli studenti delle seconde-terze medie e delle superiori di Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Veneto, Sardegna, Calabria, Campania e Puglia, anche se con una percentuale del 50% e al Sud (Puglia, Campania, Calabria) con la possibilità per le famiglie di scegliere se mandare i figli in classe o farli ancora collegare al Pc.

Unica eccezione, la Sicilia: da lunedì rientreranno in classe gli studenti di seconda e terza media, che sono stati in Dad nei giorni scorsi in virtù della zona rossa, mentre quelli delle superiori dovranno aspettare un’altra settimana: torneranno in classe l’8 febbraio come stabilito dal governo regionale nel pomeriggio del 29 gennaio.

Ma non mancano le polemiche. In Puglia ad esempio protestano i sindacati della scuola chiedendo che "si applichino i Dpcm, senza ulteriori ordinanze regionali che introducono, unico caso nel panorama nazionale, la facoltà di scelta delle famiglie". Dal Veneto invece si rilancia sulla presenza: "Dopo la riapertura delle scuole superiori al 50% dall'1 febbraio – ha detto il presidente Luca Zaia – dopo tre settimane si va al 75%, ovviamente se non cambia lo scenario epidemiologico". Ed anche a livello locale non mancano le differenze: si pensi, ad esempio, che in Campania una serie di Comuni, tra cui quelli di Avellino e Torre Annunziata, hanno deciso di posticipare il rientro in classe dei ragazzi. Il presidente De Luca ha raccomandato la ripresa in presenza per non più del 50% delle classi e fa notare che, in concomitanza con la ripresa in presenza delle attività didattiche della elementare e della media, "sono stati rilevati, nella settimana scorsa ed in quella in corso, plurimi casi di contagi in ambito scolastico, anche riferiti ad intere classi".

Insomma, la situazione resta abbastanza complicata, anche e soprattutto per gli studenti che tornano sui banchi dopo mesi di Dad. Tuttavia, secondo dati dell’Unesco tra settembre 2020 e gennaio 2021 l’Italia non è tra i paesi che più di altri hanno chiuso le scuole. Anzi, a parte la Francia, nel novero europeo ad aver bloccato l’attività scolastica in presenza in modo totale, ci sono in particolar modo Germania, Olanda e Regno Unito, con quattro settimane di blocco. Per cui, malgrado tutte le difficoltà il sistema ha retto, con la didattica a distanza, e per elementari  e medie con la didattica in presenza.

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