Scarcerato in Papua Nuova Guinea Carlo D’Attanasio: chi è il velista italiano e perché venne arrestato

La Suprema Corte di Giustizia della Papua Nuova Guinea ha assolto con formula piena Carlo D’Attanasio dall’accusa di riciclaggio legato al narcotraffico internazionale. La complessa vicenda giudiziaria ha visto il cittadino italiano detenuto per oltre quattro anni in condizioni sanitarie difficili, ma si è conclusa finalmente nel migliore dei modi. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato la notizia con una nota ufficiale: "Il nostro connazionale è stato liberato. Ora è ricoverato in ospedale per problemi di salute". Il difensore dell'imputato – Mario Antinucci – ha spiegato che "Carlo D'Attanasio è stato assolto e, a piede libero dopo oltre 4 anni di detenzione in attesa di giudizio definitivo, è pronto a rientrare in Italia per curare le gravissime condizioni di salute in cui è stato costretto".
La vicenda di D'Attanasio e le ragioni del suo arresto
D’Attanasio, di origini pescaresi, era partito per compiere il giro del mondo in barca a vela in solitaria nell'estate del 2019. Nel marzo del 2020 approdò in Papua Nuova Guinea e decise di fermarsi per una lunga sosta di 5 mesi; proprio in quel periodo, quando era ormai in procinto di ripartire per portare a termine la sua impresa, un piccolo aeroplano si schiantò sull'isola subito dopo il decollo. All'interno del velivolo la polizia trovò 611 chili di cocaina, probabilmente destinati all'Australia. Dopo una manciata di giorni vennero fatti i primi arresti: in manette finirono tre locali e D'Attanasio, indicato come l'uomo che aveva portato sull'isola il carico di droga 5 mesi prima.
Le pesanti accuse di narcotraffico e riciclaggio
Il capo d'accusa per lui fu da subito pesante: traffico internazionale di stupefacenti. Dopo alcuni mesi, però, le accuse cominciarono a vacillare, la stessa stampa locale iniziò a dubitare della colpevolezza dell'italiano. Malgrado questo le autorità locali lo accusarono anche di presunti legami con il terrorismo internazionale, mai dimostrati. Nel corso della lunga detenzione, la salute di D'Attanasio è progressivamente peggiorata: gli venne diagnosticata una neoplasia al colon con metastasi, per la quale ha dovuto attendere mesi prima di ricevere cure adeguate.
Nel dicembre 2024, la Suprema Corte aveva accolto una richiesta straordinaria per consentire il suo trasferimento sanitario in Italia, ma l’iter era stato rallentato da rinvii procedurali e da condizioni logistiche complesse. Oggi la vicenda si è conclusa però nel migliore dei modi con l'assoluzione di D'Attanasio, che una volta tornato in Italia potrà prendersi cura della sua salute.
Il ministro Tajani ha seguito il caso sin dalle prime fasi, sottolineando il ruolo attivo del governo italiano: "Il nostro impegno è costante nella tutela dei diritti dei cittadini italiani all’estero, specialmente in situazioni tanto delicate", ha affermato.