Scandalo Mose: “Controllati e controllori dei lavori coincidevano”

Circa 200mila euro all’anno più benefit vari tra cui viaggi e regalie per evitare i controlli sugli appalti del Mose a Venezia e nominare addetti compiacenti indicati dalle società. È la rivelazione di Patrizio Cuccioletta, ex presidente del Magistrato alle Acque di Venezia, durante l'interrogatorio a cui è stato sottoposto alcuni giorni fa nell'ambito dell'inchiesta sullo scandalo Mose. Una confessione importante che aggiunge un nuovo tassello all'incredibile storia di mazzette che girava attorno alla complessa opera infrastrutturale veneziana. Dalle rivelazioni infatti emerge un Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio Venezia Nuova arrestato dalle forze dell'ordine, che reggeva i fili dei controllati ma anche dei controllori elargendo stipendi a tutti. A libro paga vi era dunque anche Cuccioletta che, per sua stessa ammissione, nominava i collaudatori addetti ai controlli sugli impianti in base alle indicazioni di Mazzacurati. Cuccioletta, dopo essere stato nominato nel 2008, invece di vigilare sulla sicurezza idraulica di Venezia e dunque sulla costruzione e il funzionamento del Mose come da incarico, preferisce accordarsi con il consorzio dei lavori limitandosi a firmare le carte.
Soldi e regalie per evitare controlli sul Mose
"Ho preso soldi da Giovanni Mazzacurati, circa un milione di euro, i collaudatori del Mose erano quasi sempre scelti da lui" ha ammesso infatti l'ex numero uno del Magistrato alle Acque nell’interrogatorio del 16 giugno. "Mazzacurati mi disse che mi avrebbe corrisposto circa 200mila euro all’anno e alla fine del mio mandato un riconoscimento di alcuni milioni di euro. Io, imbarazzato, accettai" ha spiegato il 70enne davanti ai pm, ricordando che nell'accordo rientravano anche "cene e vacanze, l’assunzione della figlia e incarichi a mio fratello Paolo", ed infine "dopo il pensionamento 500mila euro su un conto estero".
Controllati e controllori del Mose coincidevano
In cambio dello stipendio Cuccioletta si sarebbe messo a completa disposizione di Mazzacurati. "Ammetto che i collaudatori del Mose erano stati quasi sempre scelti da Mazzacurati, le nomine le facevo io, ma su sua indicazione e pressione. Da tali persone, comunque anche da loro, dipendeva la continuità dei finanziamenti del Consorzio" ha spiegato l'ex numero uno del Magistrato alle Acque, ammettendo: "Alla fine vi era un’effettiva coincidenza tra il soggetto controllato e colui che nominava il collaudatore".