Saluto nazista durante gita ad Auschwitz: 14enne finisce sotto processo sia in Polonia che in Italia

Un saluto nazista compiuto durante una visita scolastica al museo statale di Auschwitz-Birkenau. Un gesto folle, compiuto da un ragazzino italiano di soli 14 anni, che ha scatenato sdegno, polemiche e – inevitabilmente – un’indagine giudiziaria. Era ottobre 2022 quando lo studente, residente in provincia di Firenze, si trovava con la scuola in visita nel luogo simbolo della Shoah. Proprio lì, dove milioni di persone sono state sterminate dai nazisti, il giovane ha compiuto quello che in Polonia è considerato un reato penale: la propaganda del regime fascista attraverso l’esecuzione del saluto nazista.
Il gesto è stato immortalato e segnalato immediatamente alle autorità del Paese. E da lì ha preso avvio un iter giudiziario che ha coinvolto sia la magistratura polacca che quella italiana.
Doppio procedimento per il gesto ad Auschwitz: Polonia e Italia aprono inchieste
La procura polacca ha aperto un’inchiesta per violazione del codice penale, contestando formalmente al giovane di aver propagato simboli fascisti. Ma la vicenda, proprio per la giovane età del responsabile, è finita anche sotto la lente del Tribunale per i Minorenni di Firenze, che ha accolto la richiesta delle autorità polacche attivando una doppia procedura.
Oltre al procedimento giudiziario, infatti, in Italia è stata avviata anche un’inchiesta di tipo socio-familiare, per valutare il contesto in cui il ragazzo viveva e cercare di comprendere eventuali fragilità educative o segnali di disagio. L’obiettivo era chiaro: capire se quel gesto fosse frutto di ignoranza, provocazione o di un ambiente familiare e scolastico carente.
La decisione dei giudici polacchi: un “avvertimento educativo”
Il procedimento in Polonia si è concluso con una misura non punitiva ma educativa: il ragazzo è stato sottoposto a una “misura educativa sotto forma di avvertimento”, come indicato nei documenti trasmessi alla magistratura italiana. Non si tratta di una condanna in senso stretto, ma di un provvedimento disciplinare che mira a correggere un comportamento scorretto con un richiamo formale. L’adolescente è stato quindi ammonito ufficialmente: un gesto che intende farlo riflettere, fargli comprendere la gravità di quanto fatto e metterlo in guardia sul rischio di eventuali ricadute future.
Questo tipo di misura viene usato in Polonia per educare, non punire, soprattutto nei confronti di minorenni, nella speranza che episodi simili non si ripetano.
La chiusura dell’inchiesta italiana
Alla luce della decisione del Tribunale di Oswieçim (nome originario della cittadina di Auschwitz), anche il procedimento avviato in Italia ha perso di fatto la sua ragion d’essere. Il 18 gennaio 2024 i giudici fiorentini avevano già disposto la sospensione dell’attività investigativa, prendendo atto che l’autorità giudiziaria polacca aveva concluso il proprio percorso con l’ammonimento.
Infine, lo scorso 28 aprile 2025, il giudice Adolfo Di Zenzo, delegato del Tribunale per i Minorenni di Firenze, ha firmato il decreto di chiusura definitiva del procedimento italiano. Nelle motivazioni si legge che «non sussiste più l’interesse del Tribunale di Oswieçim ad ottenere le informazioni richieste, in quanto il procedimento pendente è stato definito con una decisione contenente una misura educativa».
Caso chiuso, ma non dimenticato
Con questo ultimo atto si chiude ufficialmente la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto il giovane – oggi diciassettenne – ma l’episodio rimane scolpito nella memoria collettiva come un campanello d’allarme.
Il gesto, compiuto forse con leggerezza o incoscienza, tocca una ferita storica ancora aperta e dimostra quanto sia fondamentale educare le nuove generazioni alla memoria, al rispetto e alla consapevolezza storica.
Il saluto nazista ad Auschwitz non è stato un semplice “errore da ragazzino”: è stato un atto che ha avuto conseguenze concrete, giudiziarie ed educative, e che ha mostrato quanto ancora oggi sia necessario parlare, spiegare e formare. Perché il passato non si ripeta.