Rivendevano online vestiti e accessori rubati da magazzino Versace: scoperto furto da 2 milioni di euro

Sgominata una banda di ladri composta da nove persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al furto aggravato, riciclaggio e autoriciclaggio. Avrebbero rubato capi di abbigliamento e accessori da un magazzino della nota casa di moda Versace a Novara per poi rivenderli online. Il danno stimato è di almeno 2 milioni di euro.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagini Polizia di Stato.
Immagini Polizia di Stato.

La Polizia ha sgominato una banda di ladri composta da nove persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al furto aggravato, riciclaggio e autoriciclaggio.

Avrebbero rubato capi di abbigliamento e accessori prodotti dalla nota casa di moda Versace, cha ha una base logistica e sede operativa a Novara, luogo dove sono avvenuti i furti, per poi rivenderli online. Il danno stimato è di almeno 2 milioni di euro.

Le indagini sul caso erano partite nell’aprile 2024, quando il responsabile della sicurezza della casa di moda aveva denunciato in Questura la sparizione di numerosi articoli dal deposito che si trova in via Fermi. Qui transitano tutti i capi prodotti prima di essere inviati ai retails sparsi nel mondo.

In più, aveva riferito agli agenti della Polizia che anche un anno prima alcuni operatori di magazzino si erano accorti dell’assenza di alcuni articoli.

Aveva aggiunto che nello stesso periodo una dipendente aveva trovato su una piattaforma online di vendite, fatto che l'aveva insospettita, numerosi nuovi articoli non ancora distribuiti nei punti vendita ufficiali e prodotti “prototipo” ad un prezzo di almeno 50% inferiore a quello di listino.

Le indagini della Squadra mobile hanno portato all'individuazione di tre italiani di 52, 34 e 26 anni, residenti in provincia, incensurati e dipendenti della multinazionale della logistica “GXO logistics", azienda con personale autonomo autorizzato all’accesso nel magazzino e preposto a sigillare i pacchi con un nastro brandizzato.

I tre sono stati sottoposti a obbligo di dimora nel comune di residenza, con prescrizione del divieto di uscita notturna e di allontanamento senza autorizzazione, e all’obbligo di presentazione tri-settimanale.

I tre, mentre si trovavano all’interno del magazzino, avrebbero portato via diversi articoli in transito consegnandoli ad un soggetto esterno, ritenuto il capo dell’associazione, un cittadino italiano originario del Kosovo di 28 anni, con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio e destinatario di una misura cautelare di custodia in carcere.

Il 28enne si sarebbe occupato di rivenderli su piattaforme online. A questa attività avrebbero partecipato anche la madre, anche lei italiana ma originaria del Kosovo, 49 anni e della compagna, novarese di 30 anni con precedenti per lesioni e favoreggiamento.

Le due donne sono state sottoposte all'obbligo di dimora con divieto di uscita notturna dalla propria abitazione, di allontanamento senza autorizzazione e di utilizzo degli account attivi sui siti di vendita.

In particolare, la madre avrebbe controllato il deposito in uso all’indagato dove veniva tenuta la merce in attesa della vendita; mentre la 30enne lo avrebbe aiutato nella gestione della spedizione. Con l’uomo collaborava anche una donna ecuadoriana di 29 anni che gli avrebbe consentito di utilizzare il proprio indirizzo e-mail per la creazione di almeno un account.

Per la 39enne predetta è stata disposta all’obbligo di presentazione tri-settimanale alla polizia giudiziaria, con prescrizione del divieto di utilizzo di tutti gli account attivi per il reato di favoreggiamento.

Dall’analisi dei rapporti finanziari degli indagati è emerso che il venditore avrebbe effettuato bonifici in favore della moglie di uno degli autori materiali dei furti, italiana di 49 anni. Anche lei è stata sottoposta all’obbligo di dimora, con divieto di uscita notturna e allontanamento, e l'obbligo di presentazione tri-settimanale.

La 49enne avrebbe girato parte del denaro al figlio, anch’egli tra gli autori materiali dei furti e al terzo concorrente, mentre la restante parte veniva versata sul conto cointestato con il marito. Parte dei proventi sarebbero stati investiti dagli indagati per l’acquisto, in contanti, di due villette a schiera, due appartamenti e alcuni orologi di lusso.

Una delle villette sarebbe stata intestata al fratello del presunto venditore, italiano di 19 anni, incensurato, indagato per riciclaggio e anche lui sottoposto a obbligo di presentazione tri-settimanale con divieto di utilizzo degli account attivi sulle piattaforme di vendita online.

I bonifici erano effettuati tramite conti appositamente aperti con istituti di credito esteri. Si stima che dall’attività di rivendita della merce sia stata incassata una somma di circa 1 milione e 300mila euro.

Durante le operazioni di perquisizione sono state trovate grandi quantità di capi di vestiario e accessori del brand.  Inoltre, è stato eseguito sequestro preventivo dei beni per un importo pari a 1 milione e 271mila euro ritenuto provento dell’attività illecito.

Il sequestro preventivo riguarda le abitazioni degli indagati e i conti correnti a loro. Nel corso della mattinata di ieri, martedì 23 settembre, sono state anche sequestrate quattro auto e tre orologi di marca.

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