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Scandalo rimborsi in Piemonte: il dono dell’ubiquità, cinque cene nella stessa sera

Si allarga lo scandalo dei rimborsi in Regione Piemonte, il governatore Cota e molti consiglieri dichiaravano spese nello stesso giorno e nelle stesse ore in città diverse e a chilometri di distanza.
A cura di A. P.
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Assume contorni sempre più incredibili lo scandalo dei rimborsi politici in Regione Piemonte che tocca da vicino anche il governatore leghista Roberto Cota accusato dalla procura di Torino di peculato. Come è emerso dalle indagini della procura del capoluogo piemontese, infatti, tra i 43 indagati nel Consiglio regionale per peculato e truffa sembra siano in tanti ad avere il dono dell'ubiquità. Tra le ricevute presentate dai consiglieri per i rimborsi infatti figurano decine di ricevute nello stesso giorno e nello stesso orario in città a centinaia di chilometri di distanza.  Singolari le spese di alcuni consiglieri, c'è chi si ritrova a cenare contemporaneamente o a pochi minuti di distanza in cinque ristoranti diversi nella stessa sera, o ancora  chi prende un caffè a Torino e pochi minuti dopo anche a Roma, o ancora chi è in missione a Oslo ma chiede rimborsi per lo stesso giorno a Torino. Poiché nessuno dei consiglieri è superman i magistrati hanno il sospetto che i consiglieri abbiano mentito mettendo in conto alla regione spese non fatte da loro.

"Colpa della segretaria" – Nello scandalo "rimborsopoli" in Piemonte non sembra essere da meno il Presidente Roberto Cota che secondo gli investigatori si trovava in luoghi diversi rispetto a quelli in cui, sulla base degli scontrini messi a rimborso, avrebbe dovuto essere. Secondo la guardia di finanza che ha svolto le indagini, infatti, in almeno 115 casi non vi è corrispondenza tra quanto segnalato dalla cella relativa alle sue due utenze telefoniche gli scontrini. Il Governatore dal suo canto assicura di non esser stato lui e si giustifica incolpando la sua segretaria. "È lei che deve controllare gli scontrini delle spese confrontandoli con gli impegni segnati sulla mia agenda. È lei che deve spuntare quelli che non c'entrano nulla" ha spiegato infatti Cota ai pm.

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