Reggio Calabria, impedisce ai parenti di una donna di entrare in reparto: infermiere picchiato a sangue

Ha cercato di impedire ai parenti di un'anziana donna ricoverata presso l'ospedale di Locri di entrare in reparto. "Non si può accedere a causa delle norme anti-Covid" avrebbe detto ai parenti della signora ormai in fin di vita. A quel punto i familiari della paziente hanno aggredito l'infermiere a calci e pugni. Lo hanno quasi strangolato durante la colluttazione. "Ha semplicemente cercato di far rispettare le norme di sicurezza – ha riferito il sindacato degli infermieri Nursing Up -. Voleva solo far capire ai parenti dell'anziana che non era possibile accedere nella sala interna dell'ospedale. Una regola che vale per tutti".
Secondo le prime indiscrezioni, l'infermiere di Locri avrebbe cercato più volte di impedire ai familiari della donna di introdursi in reparto. I continui dinieghi sono diventati oggetto di una discussione accesa che ha portato l'uomo a ribadire ancora una volta che le visite non erano possibili a causa delle restrizioni imposte per l'epidemia, così come in tutti gli ospedali italiani. Davanti all'ultimo no, i parenti dell'anziana hanno reagito con violenza.
Sul luogo dell'aggressione sono accorsi immediatamente i carabinieri, allertati dai colleghi dell'infermiere picchiato. I militari hanno messo fine alla colluttazione, impedendo che degenerasse ulteriormente. "Nell'ospedale in provincia di Reggio Calabria mancano presidi di polizia fissi – spiega il presidente di Nursing Up, Antonio De Palma – e le telecamere accese 24 ore su 24 non sono bastate come deterrente alla rabbia dei familiari della donna". Con l'insorgere dell'emergenza Covid, il numero di infermieri aggrediti è cresciuto vertiginosamente. La carenza di personale e l'intensa attività nei reparti ospedalieri spesso espone gli operatori sanitari a pericoli di tutti i tipi che vanno dalla violenza verbale, a quella fisica fino alle violenze sessuali. Ogni anno circa 5mila infermieri subiscono violenze durante l'orario di lavoro: sono almeno 13 o 14 al giorno. Esposti anche i medici che, subito dopo gli infermieri, accolgono i pazienti e gestiscono i rapporti con i familiari.