Ravenna, 14enne denuncia: “Segregato in casa dai miei genitori perché pensano sia gay”

Una coppia di genitori tunisini, regolari in Italia e residenti alla periferia di Ravenna, risulta indagata per abuso di mezzi di correzione e sequestro di persona. Stando a quanto scrive il quotidiano Il Resto del Carlino, mamma e papà avrebbero rinchiuso nella sua camera il figlio di quattordici anni a quanto pare perché sospettavano potesse essere gay. Il giovane sarebbe stato anche minacciato di essere rispedito in Tunisia. L’incubo di questo ragazzo sarebbe iniziato il 9 gennaio scorso. Dopo quattro giorni il quattordicenne sarebbe riuscito a scappare di casa da una finestra e a chiedere aiuto in caserma. Secondo quanto riporta il quotidiano, a scatenare la rabbia dei genitori sarebbe stata una conversazione sul cellulare del ragazzo con una sua amica: parlando con lei il quattordicenne avrebbe fatto trapelare dubbi sul suo orientamento sessuale esprimendo apprezzamenti per dei ragazzi.
La denuncia del 14enne ai carabinieri, genitori respingono le accuse – Ai carabinieri l’adolescente ha raccontato di avere subito percosse ed essere rimasto segregato in casa per circa quattro giorni, durante i quali gli sarebbe stato proibito sia di recarsi a scuola che di avere contatti con gli amici. A spingerlo a scappare e chiedere aiuto, inoltre, sarebbe stata la prospettiva del collegio in patria. Il racconto del quattordicenne ha fatto scattare un’indagine dell’Arma per le ipotesi di reato di sequestro di persona e abuso dei mezzi di correzione a carico dei genitori del ragazzino. I carabinieri hanno fatto intervenire i servizi sociali e hanno affidato il ragazzo a una comunità protetta. Nel frattempo, i genitori avrebbero ammesso di essere rimasti sorpresi dal contenuto del cellulare del figlio e di avergli parlato della possibilità di mandarlo in collegio, ma hanno respinto l’accusa del sequestro di persona, precisando che il ragazzo non si sentiva bene e che per questo motivo negli ultimi giorni era rimasto a casa. Sarà compito dei carabinieri verificare ora il racconto dell'adolescente.