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Quello che prometti su Whatsapp può valere come accordo prematrimoniale? L’esperto spiega la sentenza

Su Fanpage.it l’analisi dell’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione matrimonialisti italiani, a proposito della sentenza del tribunale di Catanzaro secondo cui le chat possono essere utilizzate come prova di un accordo tra i coniugi.
Gian Ettore Gassani
Presidente dell’Associazione matrimonialisti italiani
A cura di Bianca Caramelli
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Una recente sentenza del tribunale civile di Catanzaro ha stabilito che un messaggio di Whatsapp, dunque un accordo stipulato tra marito e moglie al di fuori delle procedure ufficiali di separazione o divorzio, può essere considerato valido anche senza l’approvazione formale del giudice.

Un ex marito si era infatti impegnato via chat a pagare da solo il mutuo dell'abitazione familiare, mentre la moglie aveva rinunciato all'assegno di mantenimento. Proprio questo scambio di messaggi è stato utilizzato dai giudici per revocare un decreto ingiuntivo da 21mila euro già ottenuto dall'uomo. Secondo questo decreto, la ex moglie avrebbe dovuto rimborsare il 50% delle rate del mutuo.

Su Fanpage.it l’analisi dell’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione matrimonialisti italiani, a proposito della sentenza.

Cosa cambia questa sentenza nell'evoluzione del diritto di famiglia in Italia?

Assolutamente nulla. La decisione del tribunale non ha dato alcuna spallata alla questione dei patti prematrimoniali. I messaggi su Whatsapp o in altre chat, così come le mail, non sono accordi prematrimoniali, ma semplicemente una libera negoziazione tra due persone, in questo caso marito e moglie. Infatti, tutti i messaggi sono utilizzabili in tribunale per qualsiasi tipo di prova, dall'infedeltà al riconoscimento di un accordo di carattere economico.

Nel nostro paese i patti prematrimoniali non sono consentiti e affinché qualcosa cambi servirebbe una legge ad hoc e un impianto di ingegneria giuridica enorme. In questo momento ci sono due disegni di legge a tal proposito, ma sono fermi. Uno di questi due è bipartisan ed è stato depositato alla Camera dagli onorevoli Alessia Morani (Pd) e Luca d'Alessandro (Forza Italia) nel 2014, quindi è fermo addirittura da 11 anni.

In questo caso le chat sono state considerate come un accordo valido in quanto sussiste un "principio di prova scritta". 

Sono tanti i modi che abbiamo di comunicare. Quindi, la prova scritta da una raccomandata, da una mail, ma anche appunti da una chat di Whatsapp, che viene considerata come posta. Tutti questi tipi di comunicazione possono essere utilizzati dal tribunale come prova, salvo ovviamente che ne venga disconosciuta l'autenticità. Ma nel caso in cui non ci siano dubbi sulla provenienza di un messaggio, questo fa fede ed è una prova scritta a tutti gli effetti. Quindi la morale è: fate attenzione a quello che scrivete.

Per confermare l'accordo via chat, il giudice ha ammesso la testimonianza del figlio degli ex-coniugi. C'è il rischio che bambini e adolescenti vengano coinvolti sempre di più in contenziosi del genere?

Questo sì, perché spesso e volentieri proprio i figli fanno da ago della bilancia in questi casi e quindi già da tempo vengono ascoltati entro certi limiti e entro certe età. Ma è anche vero che in effetti bastano anche solo gli scambi in chat per certificare un accordo tra coniugi che, ripetiamolo, non è un accordo prematrimoniale.

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