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Covid 19

Quando arriverà il picco dell’ondata Omicron in Italia secondo gli esperti

Quando arriverà in Italia il picco dell’ondata Omicron secondo gli esperti: mentre per l’Oms è “vicino”, per Cartabellotta (Gimbe) “ci sono segnali importanti di rallentamento dell’epidemia, ma vediamo cosa succede ora che tutti sono tornati al lavoro e a scuola”. Per il fisico Sebastiani in alcune Regioni già è stato superato.
A cura di Ida Artiaco
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L'Italia quando raggiungerà il picco della quarta ondata della pandemia di Covid-19? A questa domanda stanno cercando di rispondere molti esperti, i quali stanno analizzando i numeri dei contagi, cresciuti esponenzialmente per effetto della circolazione della più contagiosa variante Omicron, ma che tuttavia negli ultimi giorni sembrano andare verso una stabilizzazione. La curva epidemiologica, infatti, pare dare segnali di decelerazione, volendo usare le parole di Franco Locatelli, membro del Cts, per cui è probabile che a breve potremmo cominciare a vedere una graduale riduzione dei dati sui positivi. Su quando precisamente ciò potrà accadere è al vaglio di fisici, matematici e ricercatori.

Per l'Oms l'Italia "vicina al picco"

Che il picco della nuova ondata di Omicron in Italia sia vicino lo ha detto anche l'Organizzazione mondiale della Sanità. Come ha spiegato il ministro della salute, Roberto Speranza, dopo le dichiarazione dell'Oms, "dobbiamo valutare bene cosa accade nei prossimi giorni e, come abbiamo sempre fatto, adeguare le regole alla fase epidemiologica che stiamo vivendo. Qualche primissimo segnale di raffreddamento della curva si è visto, dovremo studiare il domani ma dovremo avere l’idea di abbassare la curva nell’immediato: questa è la priorità", ha detto ribadendo l’obiettivo di "piegare la curva senza grandi restrizioni. Nelle prossime settimane dovremo aprire un confronto in particolare con le Regioni, convocheremo un tavolo tecnico per discutere le proposte e affrontare questa fase che sembra diversa rispetto alle precedenti. Siamo però in un momento non facile, i numeri dei contagiati sono molto molto alti. Grazie ai vaccini, le ospedalizzazioni sono inferiori rispetto al passato ma la pressione è comunque molto forte".

Cartabellotta (Gimbe): "Non siamo ancora arrivati al picco"

Che il picco sia in qualche modo vicino lo crede anche Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, secondo il quale ci sono sì "segnali importanti di rallentamento dell’epidemia, ma vediamo cosa succede ora che tutti sono tornati al lavoro e a scuola. La situazione ospedaliera sotto controllo, ma variabile da Regione a Regione". Intervenendo alla trasmissione L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus, ha precisato che "alla domanda se siamo arrivati al picco, la risposta potrebbe essere ni. Il tasso di positività dei tamponi molecolari è sceso, mentre quello degli antigenici è stabile intorno al 15%. Questo è conseguenza del fatto che abbiamo situazioni differenziate da Regione a Regione, alcune potrebbero aver già raggiunto il picco. Ovviamente aspettiamo che questo rallentamento si consolidi, anche perché in tanti sono tornati al lavoro e a scuola da pochi giorni dopo le feste di Natale".

Sebastiani: "Alcune regioni hanno già raggiunto il picco"

Anche secondo quanto indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), è stato oltrepassato il picco della percentuale dei positivi ai test molecolari, che ora decresce, e ora ci si avvia verso il picco del numero totale dei positivi. I dati aggiornati al 16 gennaio permettono di confermare e di localizzare con precisione al 6 gennaio il picco del valor medio della percentuale dei positivi ai test molecolari. L’analisi delle differenze settimanali indica che "il picco del numero medio dei positivi totali è previsto entro i prossimi quattro giorni", osserva l’esperto. A livello regionale, Sebastiani ha anche elaborato la mappa della previsione del raggiungimento del valor medio del picco dei positivi a livello regionale. Lo avrebbero già superato Umbria (5 gennaio), Toscana (6 gennaio), Lombardia (10 gennaio), Abruzzo e Basilicata (11 gennaio). Al picco ora ci sarebbero Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Sicilia.

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