Quali sono le fake news più diffuse su Covid-19 e vaccini

Dagli effetti collaterali dei vaccini ai finti occultamenti dei morti per Covid da parte di Ema e Aifa: sono queste alcune delle fake news più diffuse su internet relative alla pandemia e alla campagna vaccinale che sono state analizzate in uno studio, intitolato "Disinformazione pandemica. Le nuove sfide per l'informazione globale" e realizzato dalla Fondazione Mesit-Medicina Sociale e Innovazione Tecnologica, in collaborazione con l’Eehta del Ceis di Tor Vergata, il Crispel – Università di Roma Tre e da Reputation Manager.
Secondo l'analisi effettuata, negli ultimi cinque mesi sempre più persone su Telegram hanno seguito canali o gruppi No Vax (+480%). Sono invece 49 i canali o gruppi contrari al Green Pass, quasi uno su due (45%) si occupa di vendere certificati falsi e di diffondere bufale. A fine novembre 2021, secondo lo studio, su Facebook e Telegram ci sono più di 1,2 milioni di utenti che seguono pagine, canali o gruppi a tema vaccini. Di questi, il 58% segue canali di diffusione di teorie dichiaratamente No Vax.
Tra le fake news che più hanno circolato in rete negli ultimi mesi ci sono quelle relative ai vaccini Covid-19 ed in particolare alla pericolosità degli effetti avversi, rappresentando oltre il 73% del totale analizzato. Circa 7 informazioni false su 10 riguardano anche i finti occultamenti di morti da parte di Ema e Aifa e la diffusione di reazioni allergiche e irregolarità del ciclo mestruale in seguito alla vaccinazione. La seconda categoria più popolata è quella che riguarda la natura sperimentale del vaccino. C’è infine un 8% di canali che segnalano locali, ristoranti o esercizi commerciali che non chiedono la certificazione verde.
"Questi dati ci ricordano una volta di più quanto sia diventata ardua la sfida alle fake news – ha commentato Marco Trabucco Aurilio, Presidente della Fondazione Mesit e professore di medicina del lavoro dell’Università del Molise. – Oramai una vera e propria pandemia virtuale che purtroppo sta provocando quotidianamente vittime nella vita reale. C’è bisogno dell’impegno di tutti dalle istituzioni, che devono mettere in campo strumenti legislativi ed operativi efficaci, ma anche e soprattutto di chi si occupa di comunicazione che mai come in questo momento storico ha una grande responsabilità nei confronti della salute dei cittadini".