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Punta Perotti, per l’ecomostro lo stato paga altri 31 milioni ai Matarrese

Il risarcimento per ingiusta confisca dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo.
A cura di A. P.
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Lo stato italiano costretto a versare altri 31,8 milioni di euro di risarcimento ai costruttori per l'abbattimento dell'ecomostro di Punta Perotti sul lungomare di Bari dopo i 7 milioni già sborsati in precedenza. La somma è stata liquidata a titolo di risarcimento dei danni alla Sud Fondi, la società della famiglia Matarrese proprietaria dei terreni su cui era in costruzione il complesso edilizio ritenuto abusivo e quindi confiscato e poi abbattuto nel 2006. Il pagamento è arrivato dopo che era stato emesso un decreto ingiuntivo su richiesta dei legali della società per dare seguito al risarcimento deciso dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. La corte infatti, stabilendo che le società avevano subito un danno dal mancato "godimento" dei suoli, causato dalla confisca disposta nel 2001 e revocata nove anni dopo, ha decretato un risarcimento di 49 milioni di euro. Nel dettaglio ai Matarrese, proprietari di una superficie maggiore di terreni, vanno 37 milioni mentre il restante è riservato alle altre due società Mabar e Iema che però non ha presentato l'istanza di ingiunzione. Si tratta comunque di un primato per l'Italia visto che è uno dei primi decreti ingiuntivi resi esecutivi da un giudice italiano nei confronti dello Stato sulla base di sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo.

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