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Prende un farmaco per il Parkinson, si ammala di gioco e perde 300mila euro alle macchinette

Il calvario di Paolo Chisci, 78 anni, ora in una casa di riposo di Marina di Carrara. “Prima di curarmi giocavo solo a tombola a Natale, poi sono arrivato a spendere anche 500 euro in gratta e vinci. Passavo otto ore al giorno davanti ai videopoker”. L’Asl Versilia non lo aveva informato degli effetti collaterali: è stata condannata.
A cura di Biagio Chiariello
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“Nella mia vita al massimo ho giocato solo a tombola, dopo il pranzo di Natale. A settant’anni è cambiato tutto: mi alzavo da letto solo per andare a comprare i gratta e vinci, a 500 euro alla volta. E per attaccarmi alle slot machine”. Un drammatico resoconto quello Paolo Chisci, 78 anni, dalla casa di riposo di Marina di Carrara dove vive ormai da alcuni anni. Una descrizione inquietante della sua ludopatia offerta a Il Tirreno, nella quale l’uomo spiega di essere diventato malato di gioco per gli collaterali di un medicinale, il Mirapexin, utilizzato per rallentare i sintomi del morbo di Parkinson. Nella vita di commesso, poi contabile, quindi amministrato condominiale, Chisci era riuscito a mettere da parte 300mila euro. Denaro dilapidato per quel maledetto vizio: anche otto ore al giorno consecutive passate davanti alle slot machine e ai videopoker.

Il suo calvario inizia nel 2005, quando si rivolge ai medici dell’Asl Versilia perché affetto dal morbo di Parkinson. I dottori gli prescrivono il medicinale in questione, ma non lo informano che tra gli effetti collaterali c’era il “gambling”, la patologia del gioco d’azzardo compulsivo. Ed ora la Corte di Appello ha riconosciuto questa mancanza e condannato al risarcimento per il mancato consenso informato, dopo che in primo grado il tribunale di Viareggio aveva bocciato la richiesta. Il secondo grado ora apre anche un nuovo capitolo: un ricorso in Cassazione per il risarcimento del danno patrimoniale.

Nel foglietto illustrativo del farmaco utilizzato dall’ex commerciante carrarese, e da migliaia di persone ammalate di Parkinson nel mondo, c’è scritto a chiare lettere che “pazienti e operatori sanitari devono essere consapevoli che possono verificarsi alterazioni del comportamento, per esempio gioco d’azzardo patologico, aumento della libido, impulso incontrollato ad alimentarsi”. E così quelle pillole di pramipexolo che avrebbero dovuto far stare bene Chisci, gli hanno, invece, rovinato la vita. “I soldi ora non mi servono più a niente sono vecchio e malato – ammette Paolo – Ma voglio che si sappia che quello davanti alle macchinette, quello con i pacchi di gratta e vinci, non ero io. Il gioco mi ha tolto tutto, la casa, i soldi, gli amici. Vorrei solo che la gente mi ricordasse per il Paolo che ero prima, quello della tombola a Natale”.

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